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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Alla 47 Anno Domini di Silea la prima cantina dove si paga in bitcoin

Il progetto è di Triveneto Servizi, azienda veneziana che ha ottenuto una partnership con i professionisti delle transazioni, InBitcoin. Marco Zuin: “Il nostro obiettivo è creare un ecosistema economico parallelo, puntiamo a cento aziende in Veneto nei prossimi mesi”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

SILEA Il bitcoin esiste da anni, ma negli ultimi mesi è stato al centro di un rally senza precedenti nel mondo economico, con crescite vertiginose e repentini cali. La criptomoneta da realtà di nicchia per pochi amanti della tecnologia è diventata un fenomeno di moda, acquisendo sempre più estimatori convinti che sia un bene rifugio, simile all’oro. Contemporaneamente, è iniziata la corsa per permetterne l’utilizzo anche nei normali negozi o attività commerciali. Perché un conto è la narrazione quasi fiabesca del dark web e di cinici venditori di droga che usano la transazione in modo illegale, un altro la realtà che si imporrà ineluttabilmente nei prossimi anni: la blockchain cambierà in un modo o nell’altro l’economia reale. In questo momento storico Triveneto Servizi è in prima linea dell’evoluzione del mercato e ha siglato una storica partnership con InBitcoin, una realtà che si divide tra Rovereto e Milano e ruota attorno a 18 soci fondatori che sono designer, docenti, programmatori e sviluppatori.

“Siamo tra le pochissime aziende in Italia che possono proporre e implementare il loro servizio di transazione coi bitcoin”, spiega Marco Zuin, veneziano di 27 anni, uno dei tre soci di Triveneto Servizi (gli altri due sono Andrea Magro, anche lui veneziano di 35 anni, e il bresciano Roberto Bontempi di 49 anni). Nella sostanza, le transazioni avverranno tramite wallet app e qrcode e codici che chi possiede bitcoin sa come usare. Ma avverranno con un sistema informatico italiano e di proprietà dell’azienda, che così avrà direttamente il possesso del denaro virtuale, senza doversi affidare a mediazioni tramite piattaforme commerciali come avviene oggi. “Siamo pronti a realizzare anche e-commerce in bitcoin e il nostro sogno è quello di coinvolgere almeno un centinaio di aziende nel nostro progetto”, incalza Zuin. “Alla fine, così, creeremo un ecosistema economico reale dove sarà comune passarsi criptomoneta tramite telefonino”. Per partire, la prima azienda veneta che ha scelto l’evoluto sistema di InBitcoin è una nota azienda vitivinicola di Silea, nel Trevigiano, la 47 Anno Domini, celebre per i propri vini bio-vegani e per la propria gamma di etichette.

“Siamo entusiasti di questa novità – spiega il titolare, Cristian Tombacco– che speriamo possa portare una ventata di business e farci affiancare a nuovi clienti appassionati di tecnologia e criptovaluta. Alcuni mi chiedono se abbiamo paura di rimetterci per le fluttuazioni del mercato. Noi siamo certi che il bitcoin avrà un grande futuro e quindi vediamo solo opportunità dove gli altri vedono rischi”. "Lo scetticismo attorno a questa tecnologia sarà vinto non appena l'esperienza-utente nelle transazioni quotidiane avrà dimostrato il suo reale valore aggiunto - aggiunge Andrea Magro, CTO di Triveneto Servizi - ovvero quando pagare comodamente ed in sicurezza con il proprio orologio digitale o telefonino sarà diventata un'abitudine per i normali consumatori. I giovanissimi, nativi digitali, sono già pronti a questa innovazione e condizioneranno inevitabilmente anche le masse meno ricettive: anche i nonni, in fondo, oggi usano WhatsApp per condividere le foto dei propri nipoti. Una volta (giusto qualche anno fa) gli SMS erano materia oscura ed esistevano anche le cabine telefoniche".

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