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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Silea

Omicidio di Silea, la perizia: Giovanni Padovan è in grado di partecipare al processo

Le conclusioni dell'esame svolto sul 91enne che lo scorso 19 maggio a Silea ha ucciso con una fucilata al volto il genero Paolo Tamai

«Pur all'interno di un funzionamento psichico e cognitivo che potrebbe essere compreso in un disturbo della personalità con idee prevalenti oltre a deficit cognitivi, al momento del fatto aveva una capacità di intendere e volere scemata ma solo in modo lieve. Giovanni Padovan è in grado di partecipare al processo». Sono queste le conclusioni a cui arriva la perizia psichiatrica condotta dal consulente del Tribunale Tiziano Meghel e svoltasi in incidente probatorio ad agosto su Giovanni Padovan, il 91enne che lo scorso 19 maggio a Silea ha ucciso con una fucilata al volto il genero Paolo Tamai. Per l'anziano si profila quindi la richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di omicidio volontario con l'aggravante dei futili e abbietti motivi.

Padovan ha raccontato con poche parole quello che è successo quella domenica mattina. «Ero sulla porta di casa e lui dalla porta di casa sua mi derideva... ho preso il fucile e gli ho sparato, così è finita». «E' una persona abituata a vivere secondo i suoi criteri - scrive il perito - abituato ad assecondare il suo volere e a non confrontarsi con gli altri oltre a se stesso». Forse il 91enne avrebbe potuto essere sottoposto a qualche forma di terapia per curare i suoi pur lievi disturbi mentali ma, aggiunge il dottor Meneghel «non sarebbe stato un anziano facile e lieve da accompagnare a visita soprattutto per mettere in dubbio e curare i suoi errati convincimenti» che sarebbero da attribuire «ad un funzionamento personologico patologico, in relazione ad una capacità critica e di giudizio che non possono dirsi integri».

Al genero Paolo Tamai a cui non riconosceva nessuna qualità. Al contrario, spiega l'esame psichiatrico, lo odiava in maniera distruttiva «senza però riuscire a portare alcun motivo concreto e reale per questo disprezzo». «E' stata la cosa giusta»: ha detto Padovan sull'omicidio del 56enne, fatto per i quale non appare minimamente toccato dal dolore immenso che ha causato alla figlia e ai nipoti.

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