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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Ok del pm all'autopsia per Stefano Carta, la famiglia: "Chi sa, parli"

E' ancora un giallo la morte di Stefano Carta. Il cadavere del 36enne moglianese è stato trovato l'11 aprile scorso nelle acque di Rio San Girolamo a Venezia. La famiglia di Stefano: "Prima di tutto vogliamo conoscere la verità"

MOGLIANO VENETO E' ancora un giallo la morte di Stefano Carta. Il corpo del 36enne moglianese era stato trovato senza vita l'11 aprile scorso nelle acque di Rio San Girolamo a Venezia. Non sono per niente chiare, secondo la famiglia, le cause che hanno portato il decesso di Stefano, il quale lavorava da sei mese come dipendente dell'albergo "Palazzo Veneziano", alle Zattere.

Il pm ha deciso così in queste ore, in seguito all'istanza dei familiari, di sottoporre nei prossimi giorni la salma ad autopsia. "Sappiamo con certezza che indagini sono ancora in corso riguardo a quanto accaduto nella notte di mercoledì tra il 10 e l'11 aprile utili a far luce sulla scomparsa di mio fratello, - afferma Ennio Carta, fratello di Stefano - e riteniamo che l'autopsia possa fornire elementi validi per le investigazioni in corso".

"E' per noi tutti un pensiero doloroso anche quello dell'autopsia, - continua il fratello Ennio a nome di tutta la famiglia - noi che siamo carne e sangue di Stefano. Ma prima di tutto vogliamo conoscere la verità. Cito Otello Montanari, recentemente scomparso: "Chi sa, parli". Lui si riferiva a Pasolini, io a Stefano Carta. Venezia ha mille occhi e mille orecchie, tutti osservano e ascoltano tutti. Chi abita o frequenta abitualmente la zona compresa tra Rio San Girolamo e le Fondamenta della Misericordia, ovvero nel canale e suo prolungamento dove la salma di mio fratello è stata ritrovata, può aver visto o sentito qualcosa. - sostiene Ennio Carta - Lo preghiamo con tutto il cuore di una famiglia distrutta di contattare la Polizia."

"I fatti si restringono a un periodo di tempo compreso tra le 3 e le 7 del mattino di mercoledì 11 aprile. Non sono pochi i residenti che vanno e tornano dal lavoro, e nemmeno qualche anziano dal sonno leggero che può aver sentito qualcosa. Non è una area turistica, è una zona tranquilla dove non c'è molto rumore la notte, è possibile che qualcuno abbia visto e sentito. - continua Ennio Carta - Attualmente come familiari che cercano di seguire le indagini e aiutarle il più possibile non escludiamo nessuna pista, anche se il malore ci sembra poco credibile. Io e mio fratello siamo figli di un medico, siamo sempre stati molto monitorati da nostro padre, per tanti anni aiuto primario a Mestre, per questo confidiamo molto nell'autopsia e abbiamo nominato come nostro perito il Dr. Giovanni Ciraso che è criminologo oltre che medico legale".

"Chi era con Stefano quella sera ci ha detto che stava rientrando da una cena di lavoro e non aveva bevuto molto. - conclude il fratello di Stefano - Inoltre Stefano sapeva nuotare molto bene, tuttavia aveva un problema al piede che gli avrebbe impedito di scappare, se aggredito, e non era praticante nè di arti marziali nè sistemi di autodifesa, anzi di carattere molto pacifico, così non lo ricordo solo io ma tutti i suoi amici insieme ai quali abbiamo anche creato un gruppo su Facebook chiamato "ricordando Stefano Carta" e tramite il quale spero anche di raccogliere elementi utili per la ricerca della verità.Ritengo personalmente che l'autopsia della salma possa dare risposte non solo a noi, ma anche agli inquirenti verso cui va la nostra massima fiducia.

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