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Cronaca Montebelluna

Stupro di Rimini: uno dei violentatori è un 17enne nato a Montebelluna

Si tratta di uno dei due fratelli marocchini coinvolti nella brutale aggressione subita il 26 agosto scorso da una ragazza polacca. Ieri arrestato il capo-branco, un congolese di 20 anni

MONTEBELLUNA Uno dei componenti della banda che lo scorso 26 agosto ha brutalmente stuprato una giovane ragazza polacca, picchiato selvaggiamente un amico e violentato un transessuale a Rimini, è nato a Montebelluna: si tratta di uno dei due fratelli marocchini, un 17enne, arrestato sabato scorso dalla polizia. Il giovane, come il fratello 16enne, residente ad Urbino, si è costituito sabato scorso a Montecchio di Pesaro. E' invece di ieri l'arresto del capo della gang, un congolese di 20 anni. Minorenne anche un quarto membro del sodalizio, un ragazzo nigeriano.

Il padre del 17enne, di professione saldatore, aveva vissuto in provincia di Treviso dal 1996 al 2001: con la famiglia si trasferì poi a Vallefoglia, in provincia di Pesaro. Ad agevolare il soggiorno nella Marca della famiglia marocchina era stato lo zio paterno del 17enne: l'uomo, residente a Montebelluna, vive ora in Francia.

IL GOVERNATORE ZAIA “Complimenti alla Polizia di Stato per la tempestività con cui ha arrestato i carnefici degli stupri di Rimini. Non solo sono stati presi quattro delinquenti, ma è stato riportato nell’immaginario collettivo il concetto della sicurezza in spiaggia, fondamentale per evitare il contraccolpo di questi delitti sulla percezione della qualità turistica”. Lo dice il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia che però lancia anche una proposta forte: “stavolta il successo delle forze dell’ordine non basta – dice il Governatore del Veneto – chiedo quindi al Parlamento l’immediata eliminazione delle attenuanti legate all’età dei colpevoli e che non si invochino, regolarmente dopo un crimine, attenuanti come l’infanzia difficile, la disperazione, la fuga dalla fame, la voglia di farsi una nuova vita, la giovane età”.

“Da anni – conclude il Presidente del Veneto – chiedo a gran voce leggi più severe, più semplici e che garantiscano la certezza della pena, eliminando i troppi lacci garantisti che hanno fatto di un delinquente un privilegiato. E’ una riforma a costo zero, per la quale bastano la buona volontà e la capacità di interpretare l’aspirazione della gente a vivere sicura e degli operatori economici di vedere messe in discussione le loro attività a causa di un clima di timore che allontana la gente dalle località turistiche, ma anche dalle città in generale”.

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