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Cronaca Castelfranco Veneto

Salute e tecnologia, a Castelfranco entra in sala la tridimensionalità

Il nosocomio dell’azienda sanitaria Ulss 8 è tra le prime strutture in Italia a disporre di uno strumento d’avanguardia che unisce laparoscopia, tridimensionalità ed automatismo

Da qualche settimana all'ospedale di Castelfranco Veneto è entrata in sala operatoria la tridimensionalità.

Tra i pochi in Italia, il nosocomio dell'Ulss 8 dispone infatti di un nuovo strumento d’avanguardia che unisce laparoscopia, tridimensionalità ed automatismo, per utilizzare al meglio il quale il personale seguirà un corso di aggiornamento.

Il corso, rivolto a tutti gli infermieri, medici e personale socio-sanitario dell’Ulss 8 e delle aziende limitrofe, soprattutto professionisti sanitari operanti nelle sale operatorie, in rianimazione, nei poliambulatori e in chirurgia, ttratta il tema della nuove tecnologie di sala, dalle saturatrici ai bisturi elettrici a agli strumenti a ultrasuoni.

La lezione è in programma nella sala convegni dell’ospedale San Giacomo di Castelfranco veneto venerdì 27 settembre, e si svilupperà in tre sessioni: le suture, le energie in chirurgia e la visione in laparoscopia con particolare interesse verso la tridimensionalità, proprio in virtù della presenza del nuovo macchinario.

Lo strumento, che unisce la visione tridimensionale alla presenza di un braccio robotica permettendo di eseguire molti interventi chirurgici con precisione ed efficacia, è stato introdotto nel nosocomio castellano dopo una sperimentazione di qualche mese. Il macchinario è stato concesso in comodato d’uso per un anno all’Ulss 8 da un’azienda tedesca che ha scelto l’équipe guidata dal dottor Pavanello in quanto tra le più esperte in ambito laparoscopico.

Sotto la guida dello stesso dottor Pavanello, già nella primavera scorsa, erano stati eseguiti alcuni interventi nell’intento di “testare” le capacità di questo strumento, interventi chirurgici che avevano riguardato patologie impegnative, come acalasia esofagea, tumore del retto e asportazione della milza, in pazienti relativamente giovani, di età compresa tra i 25 e i 60 anni. 

I vantaggi apportati dall'introduzione di questo macchinario sono molteplici, sia sul piano tecnico che su quello clinico: “Con la tridimensionalità – spiega il dottor Pavanello – garantiremo una maggiore precisione e sicurezza perché la visione è molto più puntuale e realistica e questo si traduce anche in una maggiore facilità di intervento sulle posizioni anatomiche meno accessibili e una maggiore facilità di concentrazione da parte del chirurgo. Nondimeno, il contributo del braccio robotico permetterà di risparmiare la presenza di un medico chirurgo in sala operatoria - conclude - con importanti ricadute positive a livello organizzativo”.
 

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