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Cronaca Conegliano

Morto sul lavoro alla Garbellotto: cinque persone nel registro degli indagati

Proseguono le indagini sulla morte di Dino Corocher, mastro bottaio scomparso all'età di 49 anni mentre era all'opera nella nota azienda coneglianese. L'accusa è di omicidio colposo

CONEGLIANO Sono cinque le persone finite nel registro degli indagati durante l'indagine sulla morte di Dino Corocher, il caporeparto vittoriese della Garbellotto Botti, morto sul posto di lavoro lo scorso 26 luglio a causa di una scheggia uscita da uno dei macchinari per la fabbricazione delle botti.

A finire sotto accusa sono stati i tre fratelli Garbellotto, titolari dell’omonima azienda, funestata pochi mesi fa anche da un violento incendio che non ha avuto, per fortuna, conseguenze troppo gravi. Si tratta di Piero, Piergregorio (entrambi di 37 anni) e Pieremilio (35 anni), tutti nati e residenti a Conegliano. Oltre a loro, nel registro degli indagati, con l'accusa di omicidio colposo, sono finiti anche il direttore generale Graziano Cavalet, 66 anni di San Fior, e Matteo Cestaro, 49 anni, di Preganziol. La procura della Repubblica di Treviso, in queste ultime settimane di indagini, ha cercato di capire come sia stato possibile che una scheggia del genere si sia staccata dal pannello del macchinario che ha ucciso Corocher, in modo da valutare con esattezza la possibilità di attribuire delle responsabilità specifiche nella morte del caporeparto. Si tratta di un atto dovuto della Procura i cui sviluppi richiederanno ancora diverse settimane di tempo. "Dino era uno dei migliori e più affezionati collaboratori della nostra azienda. Un uomo preposto alla sicurezza. In merito alle indagini speriamo solo sia fatta chiarezza il prima possibile" ha dichiarato, nelle scorse ore, l'azienda coneglianese. 

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