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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Orrore in Valsugana: smontavano le bare prima di cremare i corpi

Indagini dei carabinieri del Noe di Trento: una cooperativa è accusata di aver rivenduto i metalli preziosi delle bare. Trovate 24 salme esumate in un capannone industriale: provenivano dalle province di Treviso, Padova e Vicenza e Venezia

Trasferivano i corpi, destinati alla cremazione, dalle bare a semplici scatole di cartone, guadagnando così fino a 400 euro a bara. I metalli che compondono la cassa, principalmente zinco e ottone, venivano infatti recuperati e rivenduti sul mercato nero. Con buona pace degli "ospiti", che venivano poi trasportati nei forni crematori e restituiti ai familiari all'interno di urne cinerarie. E' questo il "giro d'affari" ricostruito dai Carabinieri del Noe dopo la sconvolgente scoperta fatta in un capannone industriale a Scurelle, in Valsugana, in località Asola. Sono stati gli agenti della polizia locale ad accorgersi per primi di uno strano movimento all'interno dell'edificio, apparentemente abbandonato, dal quale proveniva tra l'altro un odore nauseabondo.

Quello che i militari hano scoperto ha dell'incredibile: 24 bare contenenti spoglie di defunti "accatastate una sopra l'altra, in condizione di generale degrado", secondo quanto si legge in una nota. Scatole di cartone e sacchi di nylon utilizzati per "trasferire" le salme, ed altre tre bare completamente smontate. All'interno dell'edificio sono stati sorpresi tre operai di una cooperativa dell'Alta Valsugana dedita al servizio di trasporto delle salme dai cimiteri ai templi crematori. Secondo le ricostruzioni dei Carabinieri i corpi ritrovati provengono da cimiteri di diverse località del Veneto, in particolare dalle province di Treviso, Vicenza, Venezia e Padova (si tratta di salme sepolte da oltre 20 anni).  E' stato calcolato che soltanto negli ultimi mesi siano transitate dal capannone di Scurelle più di 300 salme. 

Bare abbandonate Valsugana (4)-2

La Procura ha disposto il sequestro del capannone. Le salme sarannno ospitate nell'area cimiteriale di Scurelle, grazie all'autorizzazione del sindaco, in attesa di essere "restituite" ai familiari in Veneto. Al vaglio degli inquirenti la responsabilità della cooperativa, nei confronti della quale sono state avanzate le ipotesi di reato di vilipendio di cadavere e gestione illecita di rifiuti.

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