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Cronaca

Cimice cinese, parla l'esperto: "L'unica speranza per debellarla è un inverno rigido"

Intervista all'entomologo trevigiano Stefano Vanin, docente all'università inglese di Huddersfield e già consulente per i casi degli omicidi di Yara Gambirasio ed Elisa Claps

TREVISO Stefano Vanin, noto entomologo trevigiano e docente dell'università di Huddersfield (Gran Bretagna), interviene sul proliferare della cimice cinese che in questi giorni infesta il nostro territorio. Vanin, 44 anni, è un biologo specializzato in entomologia forense: nel recente passato ha dato la sua preziosa consulenza per i casi degli omicidi di Elisa Claps e Yara Gambirasio.

Professor Vanin, cosa sappiamo di questo insetto?

“Questa cimice è tipica della Cina: prima è stata importata negli Usa e poi è arrivata anche da noi. Il primo ritrovamento è del 2012 a Modena, ero con un gruppo di colleghi con cui ho lavorato: qualche anno fa ci fu l'attacco di una cimice che attaccava alle conifere. Il primo ritrovamento di questo tipo avvenne a San Pelajo, vicino ad un bancomat: era una tipologia che attaccava i pini ed era di origine nordamericana. Questa qui invece attacca le piante di orticultura, la soia, i frutteti, i meli, i peschi e i lamponi ad esempio. E' una cimice completamente diversa da quella messa in foto sui giornali e si distingue per tacchette bianche e nere sulla schiena. E' facile da riconoscere”.

Perché le cimici si sono moltiplicate così rapidamente?

“Abbiamo una stagione strana come temperatura e umidità. La specie nuova ha pochi predatori che la attaccano: sembrerebbe che i predatori siano vespe ed uccellini che hanno cominciato a mangiarla ma lei è stata più veloce a moltiplicarsi. Hanno la particolare attitudine a raggrupparsi tra di loro”.

Quali potrebbero essere le conseguenze sul lungo periodo?

“Potremmo dire che si tratta di una “aesthetic pest”, nocivi soprattutto da un punto di vista estetico: non fanno nulla di male ma c'è una percezione fastidiosa. Tanti anni fa successe per la cimice dell'olmo, più piccola: nel 2000 vi fu una grande esplosione di questo insetto a Modena e nel Friuli ed entrava nelle case. Non faceva nulla a nessuno. Questa cinese genera problemi di tipo economico perché attacca le piante e spesso frutti e ortaggi non possono più essere messa sul mercato. E' un problema di equilibrio ecologico. Ora con questo clima così mite di questi ultimi anni riesce a superare l'inverno e in primavera ripartono a riprodursi per poi avere una seconda esplosione in autunno”.

E' pericolosa per l'uomo?

“Non è un vettore di malattie. L'unica speranza è che arrivi un inverno rigido che la debelli. Sconsigliabile spruzzare insetticida, fa più male del fastidio che da. Non facciamoci prendere dal panico”.

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