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Cronaca

Asilo nido raggirato, truffa scoperta dalla polizia postale

La responsabile, nel febbraio scorso, era stata contattata da un finto addetto dell'ufficio scolastico regionale che è riuscito a spillargli alcune migliaia di euro. Il truffatore ha raccontato di un finto errato accredito che se non fosse stato reso avrebbe bloccato i fondi del Ministero

Una coppia di Torino, entrambi di circa 26 anni, sono stati denunciati dalla polizia postale del Veneto per i reati di truffa e sostituzione di persona. I due, già noti alle forze dell'ordine, sarebbero responsabile di un raggiro messo a segno nel febbraio dello scorso anno ai danni di un asilo nido della provincia di Treviso. Secondo gli investigatori l'uomo, 26 anni, era la mente mentre la compagna sarebbe una sorta di "braccio inconsapevole": in passato i due, genitori di un bimbo, si erano resi protagonisti di raggiri ai danni di istituti religiosi e, si sospetta, anche in altri asili.

Ecco la tecnica utilizzata dai malviventi. La responsabile dell'asilo nido, nel febbraio scorso, era stata contattata al telefono da un sedicente addetto dell'ufficio scolastico regionale (l'uomo). Il truffatore ha raccontato che l'ufficio aveva accreditato per errore una somma che se non fosse stato resa in breve tempo, avrebbe causato il blocco dei fondi destinati dal Ministero all'asilo. La donna, molto preoccupata, senza neppure controllare che l'accredito fosse effettivamente avvenuto o verificare con l'ufficio regionale la veridicità della questione, ha pensato bene, seguendo passo passo le indicazioni del truffatore, di versare subito la somma, attraverso un accredito postepay.

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Qualche giorno dopo, dopo aver scoperto la truffa, l'asilo nido ha presentato denuncia alla polizia postale. Gli investigatori sono riusciti a dare un volto e un nome alla compagna del truffatore, immortalata dalle telecamere dell'ufficio postale di Torino che aveva concesso alla donna la postepay su cui erano stati accreditati i soldi frutto del raggiro. La sim utilizzata dal finto addetto della regione era invece intestata ad un cittadino straniero. L'indagine, coordinata dal pubblico ministero Anna Andreatta, si è conclusa a settembre e ha portato la polizia postale torinese a perquisire l'abitazione della coppia.

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