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Cronaca Centro / Via Roma

«Negro di m...ti ammazzo»: autista del bus accerchiato e malmenato, il caso in aula

L'episodio risale al 15 novembre 2014: faccia a faccia in tribunale nelle scorse ore per l'autista dell'azienda trevigiana e il ragazzo sotto accusa. Sentenza rinviata al 5 aprile

«Negro di m...ti ammazzo». E' la tarda mattinata del 15 novembre 2014 e un autista della Mom si lancia all'inseguimento di un ragazzino minorenne di colore che lo avrebbe insultato dentro ad uno dei bus in partenza dalla stazione. Ma secondo quanto dichiarato oggi, martedì, in aula dai due ventenni, il marocchino E.M.R. e l'ivoriano S.V., finiti alla sbarra con l'accusa di lesioni gravissime nei confronti del conducente di autobus, l'uomo avrebbe urlato al ragazzino (che è tra l'altro il cugino dell'ivoriano) frasi con pesanti offese razziste.

«Lo ha insultato e lo voleva picchiare -ha detto al giudice durante la sue deposizione E.M.R.- inseguiva il ragazzo bestemmiando e il giovane si è messo a chiedere aiuto. Abbiamo cercato di fermarlo, non è stata una aggressione. Io, lo ammetto,  l'ho colpito con un pugno dopo aver evitato una sua gomitata mentre lo trattenevo e cercavo di calmarlo. Ma chi era con me (S.V., n.d.r.) lo ha solo spinto all'indietro perchè l'uomo era determinato a raggiungere il minorenne contro cui ha continuato a inveire. Volevo proteggere il giovane, non aggredire l'autista».

Una versione sostanzialmente confermata da S.V., attualmente in carcere per scontare una condanna definitiva per una serie di furti: l'autista che cerca di attraversare la strada per "acchiappare" il minorenne, i due e altri che lo trattengono respingendolo a spinte verso la stazione. Una dinamica che troverebbe conferma in uno dei due video della scena, quello ripreso dall'alto. Per l'accusa le lesioni sarebbero aggravate dal fatto che l'autista, che una volta portato al pronto soccorso per essere medicato al volto dopo aver ricevuto il pugno era stata fatta una prognosi di tre giorni, avrebbe subito uno stress post traumatico che per sei mesi gli ha impedito di poter guidare. Tesi supportata da una perizia chiesta proprio dal legale dell'operatore della Mom, costituitosi parte civile e che le difese avevano invece chiesto di confutare con una contro perizia per accertare lo stato di salute mentale dell'uomo. Ma il giudice, che ha rinviato per la sentenza al prossimo 5 aprile, non ha accolto la richiesta degli avvocati dei due imputati.

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