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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Santa Bona / Via Santa Bona Nuova

Detenuto scatenato a Santa Bona: feriti cinque agenti di polizia penitenziaria

Durante un colloquio con alcuni famigliari è stata negata la consegna di alcuni farmaci non autorizzati. L'uomo, della Guinea Ecuatoriale, ha preso a testate uno dei secondini, rompendogli il setto nasale

TREVISO Non ha la fine la scia di violenza e sangue che caratterizza ormai da molto tempo il mondo delle carceri. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, è avvenuto ieri nel carcere di Treviso. Ne dà notizia Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: “Il detenuto, arci noto per questo tipo di comportamenti, durante il colloquio pomeridiano con i propri familiari, per motivi legati al diniego all'ingresso di medicinali portati dai familiari a lui destinati ma non autorizzati, ha dato una testata al poliziotto rompendogli il setto nasale e procurandogli una ferita contusa lacero al volto curata con diversi punti di sutura. Altri colleghi intervenuti hanno riportato contusioni e altro dichiarati guaribili da 5 a 15 gg di prognosi. Il detenuto assolutamente pluri recidivo a questo tipo di comportamento è di origine Guinea Equatoriale ma anche con cittadinanza italiana. Ha un fine pena 2025 dentro per reati di lesioni, rapina danneggiamento ed altro, ed anche quando era ristretto nel carcere di Padova si è reso protagonista di gravi episodi tra le sbarre. E’ ora di dire basta!”. 

Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà e parole di apprezzamento per gli Agenti contusi e feriti a Treviso: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Sono oggettivi i numeri riferiti alle colluttazioni ed ai ferimenti nelle carceri italiane, riferiti all’anno 2017: le colluttazioni sono state 7.446 ed i ferimenti 1.175. Ossia, statisticamente 20 colluttazioni e 3 ferimenti al giorno. Non fanno statistica ma sono reali le aggressioni verbali di quei detenuti che inveiscono, offendono e poi scagliano contro i poliziotti penitenziari le proprie feci, l’urina o la candeggina… E allora è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino?

Evidentemente le priorità erano e sono altre: come, ad esempio, consentire l’uso della sigaretta elettronica nelle celle o prevedere le “doccette” nei cortili passeggi per dare refrigerio ai detenuti durante i mesi estivi (dimenticandosi per altro, sistematicamente, l’adozione concreta di provvedimenti per il benessere del Personale di Polizia Penitenziaria, specie di quello che vive nelle Caserme…)”.

Claudio Montella per la Funzione Pubblica CGIL Treviso e Innocenzo Bonelli per la FNS CISL Belluno Treviso: “Ci ritroviamo oggi a raccontare lo spiacevole epilogo di un disastro annunciato - spiegano i due sindacalisti -: il detenuto più volte aveva dimostrato la sua indole violenta minacciando il personale in diverse occasioni”. Già nei giorni precedenti l'aggressore aveva infatti mostrato di voler intraprendere azioni offensive nei confronti del personale di polizia penitenziaria, riuscendoci ieri nella sala colloqui, incurante delle persone non detenute e dei bambini presenti in visita ai parenti. “Analizzando la situazione a livello nazionale - spiega Montella della Fp CGIL - sembra di assistere inermi ad un bollettino di guerra con continue aggressioni al personale senza che l'amministrazione metta in campo azioni utili a contrastare il fenomeno; è da tempo che chiedo che siano forniti al personale all'interno degli istituti penitenziari dispositivi anti-aggressione in uso alle altre forze di polizia europee al fine di arginare l'azione violenta ai danni dei lavoratori e lavoratrici della polizia penitenziaria”.

“Da non sottovalutare - aggiunge Bonelli FNS CISL - come il decreto ministeriale del 2 ottobre 2017 in materia di tagli agli organici della polizia penitenziaria abbia ulteriormente compromesso la sicurezza all'interno degli istituti penitenziari italiani, senza cura alcuna del rischio aggressioni crescente, soprattutto in considerazione del regime aperto applicato anche in istituti strutturalmente inidonei, come quello trevigiano, dove i detenuti sono sorvegliati all'interno del reparto stesso, con una media di 70 reclusi controllati da appena 2 poliziotti penitenziari. Questa situazione è stata rappresentata dalla FNS CISL agli organi superiori già in diverse occasioni. É necessaria una maggior tutela per il personale di polizia penitenziaria: sicuramente un ampliamento dei sistemi di sicurezza ad uso del personale limiterebbe, e non di poco, situazioni di questo genere”.

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