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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Addio ad Antonio Neri, dirigente della Cisl di Treviso tra gli anni '50 e '60

Nato nel 1930 in una povera famiglia mezzadrile di Cavezzo in provincia di Modena, quinto di sette fratelli, dopo la quinta ginnasio si impegna nelle Acli e nella Lcgil locali

TREVISO Nella notte fra martedì 27 e mercoledì 28 è mancato Antonio Neri, dirigente della Cisl di Treviso tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta. Nato nel 1930 in una povera famiglia mezzadrile di Cavezzo in provincia di Modena, quinto di sette fratelli, dopo la quinta ginnasio si impegna nelle Acli e nella Lcgil locali. Tra il 1952 e il 1953 partecipa al corso lungo presso la Scuola Cisl di Firenze, diretta da Mario Romani, e dopo uno stage tra i braccianti delle Murge, viene assegnato all’unione di Reggio nell’Emilia e diventa istruttore confederale.

Nel 1955, su invito dello stesso Giulio Pastore, accetta di trasferirsi a Treviso per svolgere l’incarico di coordinatore del costituendo centro regionale veneto dei contadini e dei mezzadri, ottenendo ben presto risultati straordinari sul piano contrattuale e organizzativo. Tre anni dopo viene anche eletto segretario generale aggiunto dell’Unione Sindacale Provinciale di Treviso, carica che mantiene fino alla fine del 1963, allorché viene allontanato dopo uno scontro interno durissimo. Lasciata - suo malgrado - la Cisl, diviene poco dopo dirigente ai massimi livelli nel mondo dell'editoria, al Gazzettino prima e poi alla Rusconi, arrivando a guidare la delegazione imprenditoriale nelle trattative sindacali nazionali di settore. Dal 1990 era in pensione.

Pur essendo rimasto per soli otto anni nella Cisl trevigiana, ha avuto un ruolo molto importante nel passaggio da un sistema economico basato sull’agricoltura (e sulla mezzadria), ad uno imperniato sull’industrializzazione, nella consapevolezza – come lui stesso ha affermato – di “svolgere un ruolo decisivo per la modernizzazione e lo sviluppo del Nord Est”. E come è effettivamente avvenuto.

A lui la Cisl trevigiana deve in particolare l’introduzione della contrattazione del salario legato agli incrementi di produttività, cosa che ha consentito sia lo sviluppo delle aziende, che la crescita dei salari dei lavoratori. Guarda caso, si trattava di un periodo di trasformazione epocale molto simile a quello che stiamo vivendo oggi, in cui è “tornata di moda” proprio la questione del legame del salario alla produttività.

“In un recente incontro - dichiara Franco Lorenzon, segretario generale Cisl Belluno Treviso - ho potuto constatare il suo immutato attaccamento al Sindacato e alla Cisl, in pace con se stesso e riconciliato con la sua storia. Alla moglie e a tutti i suoi cari, il riconoscente ricordo di tutta la Cisl trevigiana”.

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