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Cronaca

Alcooltest al gelo, assolta. La polstrada: «Etilometro era funzionante»

Il comandante Alessandro De Ruosi promette battaglia contro la decisione del giudice che ha accolto le motivazioni della difesa di una trevigiana di 37 anni: «Sotto certe temperature lo strumento non funziona e non emette lo scontrino»

«L'etilometro era perfettamente revisionato e funzionante: non corrisponde al vero che non lo fosse. Non capisco come sia stato possibile accertare che non è stato sottoposto al controllo quando nessuno ha chiesto all'ufficio della polstada se era stato o meno regolarmente manotenuto». Il comandante della polizia stradale di Treviso, Alessandro De Ruosi, interviene e promette battaglia contro la recente assoluzione (con formula dubitativa) di una automobilista che era stata pizzicata ubriaca alla guida (in seguito ad un incidente) ma era stata poi graziata dal giudice per il presunto malfunzionamento dell'alcooltest a causa del freddo (-2°) e della mancata revisione dello strumento. Il legale della donna era riuscito a dimostrare come l'incidente causato dalla sua assistita era stato provocato da un guasto alla guida assistita, con conseguente uscita di strada del mezzo che è andato a sbattere con la suo Jeep Renegade contro un guard rail.

Protagonista di questa storia una trevigiana di 37 anni che l'8 dicembre del 2016 era stata "beccata" a Treviso con un tasso alcolemico che alla prima lettura dell'etilometro dava 2,07 e alla seconda 1,90. Un livello da sbronza in piena regola che le era costato la denuncia. Il test era stato effettuato alla 37enne da una pattuglia della polizia intervenuta a seguito dell'incidente in cui la donna era finita fuori strada, fortunatamente senza danni gravi per sé o per altri. Il difensore, l'avvocato Marco Furlan, ha però contestato con successo l'esame chiamando in causa il freddo e una presunta mancata revisione dello strumento.

«Sono curioso di leggere le motivazioni della sentenza e valutare l'impugnazione della stessa, perchè quello che leggo non attiene alla realtà sia per quanto riguarda lo strumento che la temperatura -spiega il comandante della polizia stradale di Treviso, Alessandro De Ruosi- Se lo strumento ha lavorato regolarmente la sua tempeatura non poteva essere di -2. Lo strumento arriva sul luogo dell'incidente, trasportato in auto con una temperatura tra i 20 e i 22 gradi: è difficile che la temperatura esterna abbia influito su uno strumento trasportato in un abitacolo caldo. Il sistema automatico dell'etilometro, se va sotto la condizione di omologazione, non emette scontrini, non è testata per funzionare a quella temperatura».

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