Mihail resta in carcere e va in isolamento, oggi l'autopsia
Il 19enne avrebbe depistato la madre dopo l'omicidio dicendo che Irina era uscita con un ragazzo albanese. Fondamentale per incastrare il killer il racconto di due commercianti
CONEGLIANO Il pm Mara De Donà ha affidato l'incarico, all'anatomopatologo Alberto Furlanetto, per svolgere l'autopsia sul corpo di Irina Bacal, la 20enne moldava assassinata domenica 19 marzo a Formeniga di Vittorio Veneto dall'ex fidanzato, il connazionale Mihail Savciuc, arrestato nella nottata di mercoledì scorso e reo confesso del delitto. L'esame verrà svolto nella giornata di martedì. Il gip del tribunale di Treviso, Bruno Casciarri, ha rigettato l'istanza di scarcerazione presentata dal legale del 19enne, l'avvocato Daniele Panico: secondo il giudice vi sarebbe il pericolo di reiterazione del reato e di fuga.
Emergono intanto altri retroscena riguardanti i giorni che hanno seguito il delitto. Il 19enne, oltre ad aver derubato la ragazza di gioielli e cellulare (rivendendoli e sperperando il denaro ottenuto ai videopoker) ha mentito più volte alla madre di Irina, dicendole che non non aveva visto la figlia e che questa era uscita con un ragazzo albanese. Fondamentale per incastrare il 19enne anche il racconto di due commercianti a cui il giovane aveva raccontato altre bugie: il negoziante del "compro-oro" (aveva scoperto che i preziosi di Irina erano solo placcati in oro e lo aveva contattato via messenger) e il titolare di un negozio specializzato nella compravendita di cellulari usati a cui Mihail aveva venduto il Samsung della 20enne, spacciandolo per suo. Solo alcune delle tante menzogne con cui Mihail ha tentato di nascondere un delitto, "un gesto della cui gravità ben difficilmente ora, si rende conto", ha detto ieri il Vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo.