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Cronaca

"Qualità della vita: la Marca salvata dalla sicurezza va malissimo su ambiente e servizi"

L'intervento di Luigi Calesso (Un'altra Treviso): "Questo dato dovrebbe far riflettere anche qualche amministratore di centrosinistra, fin troppo rapido nell'assecondare la versione destroleghista della Marca preda della delinquenza"

TREVISO La classifica sulla qualità della vita resa nota nei giorni scorsi dal quotidiano Italia Oggi lancia un messaggio chiarissimo ai leghisti e destri vari che quotidianamente lanciano allarmi sulla sicurezza nella Marca. Proprio in questo ambito, infatti, la provincia di Treviso è la "prima della classe" a livello nazionale. Questo dato dovrebbe far riflettere anche qualche amministratore di centrosinistra, fin troppo rapido nell'assecondare la "versione destroleghista" della Marca preda della delinquenza.

Anche gli indicatori di disagio sociale collocano la nostra provincia in una buona posizione, grazie sostanzialmente alla capacità di assorbimento degli occupati garantita da un tessuto economico dinamico. Dove, invece, il nostro territorio se la cava veramente male è negli ambiti in cui le responsabilità sono delle istituzioni a cominciare da quello ambientale per finire con quello dei servizi pubblici. Indifferente al mito del "buongoverno leghista" la classifica di Italia Oggi ci consegna una provincia con pessimi indicatori ambientali (ad eccezione di quello riguardante la raccolta differenziata dei rifiuti), un territorio in cui il problema della pessima qualità dell'aria non è mai stato preso in considerazione e le aree verdi pubbliche sono ancora un'eccezione nel panorama delle nostre cittadine.

Per quanto riguarda i servizi è emblematica la posizione della Marca nell'ambito del "sistema salute", dove è  all'85° posto sulle 110 province italiane. Carenza di personale specializzato e di apparecchiature diagnostiche e terapeutiche ad alta tecnologia mettono in discussione anche il mito della "eccellente sanità veneta". O meglio, spiegano che i conti in ordine della sanità in Veneto si ottengono appunto con medici e ad altro personale in numero insufficiente ed una diffusione inadeguata di apparecchiature per l'emodialisi, gruppi radiologici e ventilatori polmonari.

E' ovvio che, per stornare l'attenzione dei trevigiani dall'inesistenza di politiche ambientali e dalle debolezze crescenti del sistema sanitario veneto leghisti ed esponenti del centrodestra continuino a gridare alla "delinquenza" come unico male del territorio. Ma i numeri, ancora una volta, dicono esattamente il contrario e, prima o poi, fake news, allarmi ingiustificati e cortine fumogene varie cedono il posto alla realtà.

Gigi Calesso

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