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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Otto marzo, striscione esposto dalla Rete Studenti Medi di Treviso

Nicola Bassetto: "Chiediamo un’educazione all’affettività e alla sessualità obbligatoria per evolvere e per costruire un'Italia che non sia al 41esimo posto per condizione femminile"

TREVISO "L'8 marzo, quest'anno, rappresenta per noi un'opportunità per mandare un forte messaggio al nuovo governo. In quanto studenti, riteniamo dannosa la diversa retribuzione in campo lavorativo, agli obiettori di coscienza sempre più presenti, ad un'assente forma di educazione sessuale obbligatoria. Vediamo nell'istruzione e nell'educazione una reale possibilità per maturare nuovi valori, nuove ideologie e prese di coscienza, che maturano sin dalla tenera età nell'individuo. Queste possono portare ad un concreto e reale cambiamento nella società: nel rapporto che esiste fra uomo e donna, e nella considerazione che ha il mondo verso la figura femminile": afferma Elena Bassi, responsabile organizzativo della Rete degli Studenti Medi. "Riteniamo -continua- che prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne debbano passare attraverso un ripensamento strutturale del sistema educativo e formativo. Educare alla parità di genere ed alla responsabilità che ogni singola persona ha verso se stessa e gli altri in tutti i sensi nel proprio paese, è uno dei primi passi per riuscire a vivere in un contesto di uguaglianza, integrazione e collaborazione sana. Sono state fatte solo promesse alle madri ma non si è fatto nessun accenno riguardo posizioni per una vera parità di genere. Dire madri è diverso da dire donne. Usare il termine "madre", per nascondere la vera identità quale è una donna prima ancora di essere madre, porta il termine a diventare un pensiero che fomenta una condizione femminile che dev'essere superata, e che al momento rappresenta l'immobilità che pare persistere nel nostro paese rispetto a questa tematica: una donna non deve essere per forza una madre e ogni donna deve avere pari diritti".

Nicola Bassetto, responsabile sindacale dell'associazione aggiunge: "Noi oggi parliamo per tutte coloro che ogni giorno si sentono discriminate dopo anni di lotte nel mondo del lavoro, per strada, nei social media, dentro le proprie case. 1milione e 403mila sono le donne che hanno subito molestie e ricatti sessuali nella loro vita lavorativa (Istat, 2016). Inoltre rifiutiamo la vittimizzazione delle donne migranti, perché riconosciamo le loro lotte quotidiane dentro e fuori i confini. Oggi, 8 marzo 2018, chiediamo un’educazione all’affettività e alla sessualità obbligatoria per evolvere e per costruire un'Italia che non sia al 41esimo posto per condizione femminile (World Economic Forum, indagine Global Gender Gap Index,2015). Nessuno meglio di noi studenti può affermare che ancora oggi la parità di genere sia lontana. Noi continueremo a lottare ma vogliamo dei cambiamenti e una posizione sinceramente più femminista".

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