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Cronaca

Santa Maria dei Battuti: Gli scavi riportano alla luce la città medievale e rinascimentale

Manildo: "Il mondo si divide tra chi fa e chi spera che quello che gli altri fanno vada male. Quella di oggi è un'altra cosa fatta. A ottobre l'inaugurazione"

TREVISO "Il mondo si divide tra chi fa e chi spera che quello che gli altri fanno vada male. Quella di oggi è un'altra cosa fatta. Siamo felici di presentare questa mattina un altro passaggio importante, con il ritrovamento di reperti che testimoniano la storia della nostra città, che ci condurrà all'inaugurazione della nuova piazza ad ottobre".  Così il sindaco di Treviso Giovanni Manildo ha commentato la presentazione alla stampa e al pubblico dei reperti di piazza Santa Maria dei Battuti e il cantiere evento #smbackstage dove erano presenti almeno una cinquantina di persone tra tecnici, residenti e commercianti della zona. "Devo ringraziare anche la Sovrintendenza perché, compatibilmente con le ricerche e gli approfondimenti, siamo riusciti a rispettare i tempi stabiliti. I lavori in città procedono: Santa Maria dei Battuti, l'isola Rinaldi - con l'arrivo di nuove funzioni sia per la piazza che nel palazzo - l'arrivo ad ottobre delle grandi mostre. Tutto per riportare vita nella nostra città, per riempire il centro storico che non noi, ma chi ci ha preceduto ha svuotato con il trasferimento della Provincia e la creazione dell'Appiani che noi, oggi, con lo spostamento di alcuni uffici - lavori pubblici e ambiente - e la creazione del nuovo collegamento ciclabile di viale Montegrappa stiamo rimmettendo nel tessuto cittadino".

"Oggi si scrive una pagina nuova della storia di Treviso - ha dichiarato l'assessore alla cura e al benessere urbano del Comune di Treviso Ofelio Michielan - Ringrazio tutti gli attori che hanno collaborato per questo sito dalla Sovrintendenza, ad Ats, e gli uffici comunali: hanno tutti lavorato come in una squadra". Ad illustrare i reperti l'archeologo sul campo Alessandro Pellegrini e il funzionario archeologo della Soprintendenza ABAP - VeMet Marianna Bressan. "Copriremo tutto perché si tratta di reperti che stanno nel sottosuolo del centro storico attuale e in questo momento mantenerli a vista con strutture provvisorie come grate o vetri non è il caso. Abbiamo però una documentazione molto interessante di ciò che abbiamo trovato: fotopiani, fotografie aeree da drone, così da poter ricostruire la storia, le fasi e dare un volume 3D. Dove lo installeremo è da definire con l'amministrazione comunale".  

Esiti degli scavi. La piazza Santa Maria dei Battuti è oggetto di una profonda riqualificazione, voluta dal Comune di Treviso e progettata dallo Studio ABA Architettura. Il primo passo necessario da prevedere è la sistemazione dei sottoservizi idrici e fognari, a cura di ATS - Alto Trevigiano Servizi.  La potenzialità archeologica del contesto, nel pieno del centro storico di Treviso, ha indotto la Soprintendenza a effettuare scavi archeologici preliminari, condotti sul campo dagli archeologi dello Studio Associato Andreia. Tali scavi erano necessari alla verifica della consistenza del patrimonio archeologico sepolto e, in caso di rinvenimenti, al conseguente adeguamento delle opere urbanistiche, nell’ottica della sinergia e dell’equilibrio tra le esigenze della città attuale e il rispetto della città passata. Di fatto, lo scavo in corso, condotto di pari passo con una ricerca storico-archivistica e con una consulenza tecnica per capire la datazione degli oggetti rinvenuti, sta ridisegnando un settore della città medievale e rinascimentale, che fino ad oggi si pensava libero da edifici. La piazza che abbiamo sotto i piedi, dunque, non è sempre stata piazza...

L’apertura delle trincee previste per la posa dei nuovi sottoservizi, svoltasi con il controllo degli archeologi, ha permesso di individuare, a 20 cm dal piano attuale, il primo di almeno tre livelli successivi di pavimentazione della piazza. Al di sotto, la sorpresa: strutture murarie più antiche. Ma di che epoca? Per verificarne consistenza e datazione, la Soprintendenza ha concordato con la Comune e ATS l’apertura di alcuni saggi lungo la trincea principale. Sono così emerse almeno due fasi strutturali, che attestano la presenza di edifici prima della trasformazione dell’area in piazza, e inquadrabili ad oggi tra il XII e il XVII secolo. Un altro dato molto interessante emerso è che, prima di questi edifici, l’area era probabilmente sgombra; non sappiamo che caratteristiche avesse il piano di calpestio, ma di sicuro esso poggiava su un riporto areale con pali infissi, funzionale evidentemente a tenere l’area asciutta. Anche la datazione di questo assetto al momento non è nota: per scoprirla, attendiamo i risultati di analisi specifiche che verranno condotte sui campioni lignei dei pali rinvenuti.

Lo studio dei dati emersi contribuirà senz’altro a fornire importanti indizi sullo sviluppo urbanistico di Treviso in età medievale e rinascimentale; resteranno tuttavia qualche dubbio e qualche ipotesi, perché la limitata estensione degli scavi ha aperto solo una piccola finastra su una storia inaspettata. La ricerca storica e archivistica è stata curata dallo storico Ivano Sartor.

Gli scavi hanno permesso di ricostruire una sequenza stratigrafica ininterrotta che va da età pienomedievale fino all’età contemporanea. I dati di scavo sono ancora in corso di elaborazione; ad oggi è possibile, tuttavia, formulare alcune ipotesi preliminari in base alle quali sono state identificate almeno 4 principali fasi edilizie. La scansione cronologica di esse va considerata anch’essa del tutto preliminare.

PRIMA FASE
Quota dal piano attuale: -1,20/-1,50 m
Descrizione. La fase più antica individuata, considerando i limiti di profondità ed estensione dello scavo, attesta la stesura di un consistente riporto di ghiaie e ciottoli fluviali, che ha probabilmente la funzione di bonifica di un suolo acquitrinoso e incoerente.
Datazione preliminare. Questa fase non può ancora essere datata con certezza, ma il rinvenimento di alcuni pali lignei coperti da questi riporti potrebbe fornire utili indicatori di cronologia, una volta datati con il metodo del radiocarbonio.

SECONDA FASE
Quota dal piano attuale: -0,50/-1,20 m.
Descrizione. Si tratta di alcune strutture in laterizi legati da malta di calce, di cui ci restano i livelli di fondazione e una limitata porzione dell’alzato, interpretabili come resti di edifici di cui per ora non conosciamo la destinazione d’uso. Contestualmente vennero stesi consistenti strati limo-sabbiosi e di argilla, probabilmente con funzione di preparazione di piani pavimentali e per sigillare la possibile risalita di umidità dal sottosuolo. Nel saggio 4 inoltre è stata rinvenuta anche un’opera di bonifica realizzata con coppi con funzione di drenaggio.
Datazione preliminare. Presumibilmente tra XII e XIV secolo, sulla base dei frammenti ceramici rinvenuti inglobati negli strati di terreno scavati dagli archeologi,
Tali strutture potrebbero essere ciò che rimane di un quartiere residenziale/produttivo contemporaneo forse al palazzo dei da Coderta, esistente prima della edificazione dell’Ospedale.

TERZA FASE
Quota dal piano attuale: 0,50/-1,20 m
Descrizione. Le strutture della fase precedente vengono solo parzialmente demolite e defunzionalizzate, sfruttando le porzioni risparmiate per appoggiare o ancorare alle stesse nuove costruzioni: i plinti, rinvenuti nei saggi 0 e 5, e le strutture più interessanti finora rinvenute nell’ambito del saggio 4. Qui si è ritrovata una camera sepolta con copertura a volta in laterizi posti di taglio, di dimensioni ca. 2,00 x 1,30 m (se ne ignora la profondità), chiusa da pareti su tutti e quattro i lati. Sopra la stessa è impostata un’ulteriore struttura (che parzialmente sfrutta per appoggio la muratura di seconda fase) caratterizzata da due vani quadrangolari, che sono in diretta comunicazione con la camera sepolta, interpretabili come collettori o pozzetti di ispezione. Per questa costruzione è lecito ipotizzare una funzione di fossa settica per lo scarico di liquami oppure di una vasca per la captazione delle acque meteoriche.
Datazione preliminare. Tra XIV e XVI secolo, quindi in relazione con l’edificazione dell’Ospedale dei Battuti (1333) e al primo periodo di attività dello stesso.

QUARTA FASE
Quota dal piano attuale: 0,00/-0,30 m.
Descrizione. Tutte le strutture vengono demolite e rasate. Su di esse si imposta il primo piazzale in acciottolato. Sopra questo sono stati rinvenuti una serie di riporti fino alla costruzione del piano d’uso contemporaneo.
Datazione preliminare. Prima degli inizi del XVII secolo. Il termine cronologico prima del quale questa attività si sono svolte è dato dalla mappa di Treviso dipinta nel 1622, dove l’area è disegnata completamente sgombra di edifici.

Lo scavo stratigrafico, generalmente, comporta lo smontaggio del deposito archeologico nell’ordine inverso rispetto a come si è formato, ovvero partendo dalla porzione più superficiale e recente di un sito, e approfondendo progressivamente la ricerca verso gli strati di più antica formazione. Per “unità stratigrafica” si intende ciò che gli archeologici riconoscono come il risultato di un’azione compiuta nel passato, sia essa positiva (p.e. un apporto di terreno o una costruzione), oppure negativa (asporto, demolizione…). Tutte queste azioni, una volta identificate in base alle tracce lasciate nel sottosuolo, vengono contrassegnate con un cartellino numerato e successivamente documentate con schede apposite, fotografie, piante di dettaglio, sezioni.

Nel caso dello scavo di Piazza Santa Maria dei Battuti, i tempi ristretti di ricerca, condizionati dall’urgenza di permettere la realizzazione del progetto di rifacimento della piazza e dei sottoservizi, hanno imposto l’adozione di tecniche di rilevamento speditive, ma al tempo stesso molto precise, sfruttando i più recenti ritrovati tecnologici. Per la restituzione delle planimetrie relative ai diversi strati e strutture identificati nel corso dello scavo sono state effettuate una serie di prese fotografiche dall’alto, successivamente raddrizzate con specifici software. Il risultato è un fotopiano corretto da deformazioni prospettiche, dal quale è stata successivamente ricavata ogni singola pianta di scavo mediante software per il disegno vettoriale (CAD).

Per le sezioni di scavo (ovvero le pareti lungo le quali è possibile riconoscere la successione dei diversi strati archeologici) è stata adottata una tecnica mista, privilegiando la restituzione diretta in scala mediante disegno a mano, quando fosse possibile sfruttare i tempi “morti” del cantiere (ovvero quando non erano in corso attività di scavo) oppure, qualora i tempi fossero stringenti, utilizzando la tecnologia “structure from motion”:  con una serie di battute fotografiche, successivamente processate da un programma per la restituzione di modelli tridimensionali, è stato possibile esportare ortofoto in scala, dalle quali è stato poi ricavato il disegno della sezione in grafica vettoriale. La medesima tecnica è stata impiegata per tentare di costruire modelli tridimensionali delle strutture esposte alla fine dello scavo. Infine, è stato impiegato un drone per catturare un’immagine complessiva dell’area di indagine ed è stato eseguito il rilievo topografico tradizionale delle strutture, quotate mediante livella ottica dagli archeologi e georeferenziate dai tecnici di Alto Trevigiano Servizi con stazione totale e GPS differenziale.

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