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Cronaca

Blitz anti pedofilia: una perquisizione anche nella Marca

La polizia postale di Trieste ha arrestato un 66enne di Viterbo. Sei gli altri indagati. Coinvolte Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Campania, Lazio e la Liguria. A Pordenone sequestrato un pc

Una vasta operazione della Polizia Postale di Trieste in collaborazione con la sezione di Udine e Roma ha portato all'arresto di una persona e all'iscrizione nel registro degli indagati per altre sei con l'accusa di una presunta istigazione alla pedofilia e pedopornografia online. E' questo quanto emerso dall'operazione Noodles, inchiesta coordinata dal Sostituto Procuratore di Trieste Matteo Tripani che ieri, 28 gennaio, ha fatto scattare diverse perquisizioni, effettuate da oltre 30 uomini delle forze dell'ordine, in tutto il territorio nazionale. A finire in manette in flagranza di reato un 66enne di VIterbo con l'accusa di detenere "ingente quantità di materiale pedopornografico".

Anche Fvg nel mirino degli investigatori

La lente della Procura triestina si è concentrata anche sul territorio regionale. Nella provincia di Pordenone è stata infatti eseguita una perquisizione ed è stato sequestrato un pc, uno smartphone nonché account Facebook e Google riconducibili a probabili adescamenti in danno di minori al momento al vaglio degli investigatori. Il responsabile è stato indagato per i reati di istigazione alla pedofilia e alla pedopornografia nonché per detenzione di materiale pedopornografico. I contenuti dei numerosi dispositivi informatici sottoposti a sequestro all’esito di tutte le attività sono attualmente al vaglio degli investigatori. Le operazioni sono state eseguite in simultanea e hanno interessato anche il Veneto, la Lombardia, la Liguria, il Lazio e la Campania.

L'indagine

"L’indagine -fa sapere la nota- è scaturita da una denuncia in cui veniva segnalato un account Facebook, successivamente reso irraggiungibile, in cui era stata pubblicata una fotografia pubblica di tre bambine in costume da bagno. Tale immagine ha suscitato l’interesse di diversi internauti, alcuni dei quali si sono lasciati andare a commenti molto volgari, morbosi e a sfondo sessuale". "Nell’immediatezza, per non disperdere le tracce informatiche, gli investigatori della Polizia Postale hanno chiesto alla società statunitense Facebook il congelamento dei profili ancora attivi e l’acquisizione del traffico telematico dei sette soggetti coinvolti, nei confronti dei quali la Procura di Trieste ha emesso altrettanti decreti di perquisizione personale, locale e informatica".

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