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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Montebelluna

Soldi dallo stato per la Cig, l'azienda usava gli operai in nero

Scoperta un'impresa edile di Montebelluna che aveva ottenuto lo stato di crisi. Quattro imprenditori nei guai per truffa

MONTEBELLUNA All’interno della stessa azienda alla quale era stato concesso lo stato di crisi, la guardia di finanza ha scoperto lavoratori che percepivano la cassa integrazione e operai ai quali venivano corrisposti compensi in nero. Le Fiamme Gialle di Treviso hanno scoperto il trucchetto utilizzato da un’impresa edile di Montebelluna, che era stata ammessa ai benefici per lo stato di crisi, grazie a una verifica fiscale.

L’accertamento ha fatto emergere un sistema evasivo piuttosto articolato, basato anche sull'illecito ricorso agli ammortizzatori sociali. Sono stati trovati, ad esempio, in una delle sedi, agende, registri dei dipendenti e documenti redatti su carta intestata della società, da cui risultavano che oltre cento operai lavoravano per dieci ore al giorno. Per l'Inps, invece, si trattava di un'azienda in crisi, che aveva ottenuto i benefici previsti dalla cassa integrazione, per circa 100mila euro. In questo modo, a pagare i lavoratori impiegati in cantieri da commesse milionarie era di fatto lo stato. Quattro imprenditori sono accusati di truffa, evasione fiscale mediante l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, bancarotta fraudolenta e ricettazione.

L'indagine, ribattezzata “sic et simpliciter”, durata alcuni mesi, ha permesso di svelare una truffa basata sulla falsa comunicazione all'Inps di giornate lavorative e ore di sospensione dal lavoro. Per ogni dipendente venivano infatti registrate e pagate mensilmente dall’azienda solo ottanta ore lavorative, mentre le restanti cento ore erano coperte impropriamente dalla cassa integrazione. Oltre ai trentasei lavoratori che percepivano indebitamente la cassa integrazione, pur  prestando la loro opera, le Fiamme Gialle trevigiane hanno scoperto anche quindici operai  completamente “in nero”. 

Nel business plan della società non c'era solo la frode ai danni dello Stato; con questo  sistema l’azienda era in grado di accaparrarsi appalti pubblici e commesse consistenti,  potendo offrire prezzi più che vantaggiosi rispetto alle ditte concorrenti. A conclusione degli accertamenti svolti sono stati segnalati quattro imprenditori che, oltre alla truffa, dovranno rispondere a vario titolo  anche di evasione fiscale mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni  inesistenti, bancarotta fraudolenta e ricettazione.

Le indagini hanno inoltre permesso di recuperare a tassazione oltre 350 mila euro ed  un’IVA non versata dall’azienda per oltre 300 mila euro, nonché di sottoporre a sequestro  preventivo tre veicoli commerciali provenienti dal patrimonio distratto da una società in  fallimento, riconducibile al rappresentante legale della società trevigiana.

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