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Cronaca

Treviso, una veglia con il Vescovo Gardin per i migranti morti lungo il cammino

"Il nostro silenzio di questa sera sia un silenzio abitato, e forse più eloquente di ogni parola" ha detto il vescovo Gianfranco Agostino Gardin

TREVISO una veglia per ricordare i migranti morti lungo il cammino. Ieri sera, venerdì 6 ottobre, il vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin ha presieduto una veglia di preghiera dal titolo "Ascoltiamo il silenzio" per i migranti morti lungo il cammino che si è svolta alla casa della carità promossa dalla Caritas diocesana. E' stato un momento di riflessione molto partecipato per i fedeli presenti.

"Siamo chiamati ad assumerci la responsabilità di abbattere i muri dell’indifferenza e dell’egoismo, per costruire ponti di giustizia e di condivisione. - sottolinea don Davide Schiavon, direttore della Caritas tarvisina - Accogliere, proteggere, promuovere ed integrare (lo stile suggerito da papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale del migrante e rifugiato del 2018) sono concretamente una modalità con cui vivere il Vangelo ai nostri giorni. Abbiamo la possibilità di trasformare le difficoltà in opportunità di crescita per un mondo migliore e più giusto. Il silenzio della nostra preghiera possa essere il luogo dove ciascuno accolga l’appello a fare insieme agli altri un passo nuovo verso la pace e la comunione”. 

"Il nostro silenzio di questa sera sia un silenzio abitato, e forse più eloquente di ogni parola. - ha detto il vescovo Gianfranco Agostino Gardin - Faccia risuonare dentro di noi il dolore pacato, la vergogna sincera, l’indignazione mite, il sussulto della coscienza, la commozione intensa, il desiderio intenso di un mondo nuovo, la domanda accorata di dignità per tutti, la volontà di dare un volto più umano a questo mondo. E per chi è credente ospiti la preghiera che chiede la forza di cambiare: perché io cambi, perché noi cambiamo. Vorrei che il nostro silenzio - che dice anche la nostra impotenza, il nostro smarrimento, la nostra desolazione - fosse riempito da una specie di tenerezza verso quei morti che cercavano la vita: quasi una carezza, sia pur a distanza di tempo e di spazio, sul loro volto morente, disperato, sui loro occhi che cercavano la riva dell’approdo, sulle loro mani protesi verso una mano soccorritrice che non c’era o che non ce l’ha fatta. Il Signore, che ama soprattutto gli ultimi dell’umanità, doni a loro la vera pace e il vero bene, a noi un autentico e limpido desiderio e impegno di giustizia e di solidarietà". Al termine della veglia i presenti hanno posato per una foto con le braccia aperte, aderendo così alla campagna Share the Journey (Condividiamo il viaggio), promossa da Caritas Internationalis e lanciata da papa Francesco.

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