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Cronaca Montebelluna

Progetto "Montebelluna on the road" Quando andarsene non è solo una fuga

Presentate le video interviste dei montebellunesi che vivono all'estero nell'ambito del progetto promosso dal Comune di Montebelluna e da I Trevisani nel mondo - sezione di Montebelluna che in questi giorni festeggia il 30mo anniversario

MONTEBELLUNA Vivono soprattutto in Europa, in Germania, in Francia, Olanda, ma anche in Australia ed in Cina: sono i protagonisti del video-documentario realizzato nell'ambito del progetto “Montebelluna on the road - Nuove esperienze di vita nel mondo”, presentato nei giorni scorsi in biblioteca comunale a Montebelluna. Promosso dalla sezione Trevisani nel Mondo di Montebelluna in occasione del suo trentennale di fondazione in collaborazione con iI Comune di Montebelluna, il progetto, partito nel settembre scorso, ha analizzato il fenomeno migratorio recente nell'area montebellunese, intervistando 26 persone (fascia d’età compresa tra il 21 e i 50) residenti all’estero a partire dal 1990. All’iniziativa hanno dato patrocinio la Regione del Veneto – Assessorato ai Flussi Migratori, la Provincia di Treviso, l’UTRIM e l’Istresco.

Alla presentazione erano presenti il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, la direttrice della biblioteca comunale, Alda Resta, il consigliere provinciale de I Trevisani nel mondo, Florio Durante, il presidente della sezione Trevisani nel mondo di Montebelluna, Giuseppe Biz, il rappresentante del Gruppo Giovani di Trevisani nel mondo, Marco Chiarelli, ed il ricercatore Università Ca’ Foscari Venezia e Istresco, Alessandro Casellato. Negli ultimi dieci anni sono 531 gli iscritti all'Aire presso il Comune di Montebelluna di cui 227 tra 0 e 35 anni (fra questi il record riguarda la Francia, 46, seguita dal Regno Unito, 34, la Germania 21, il Belgio, 20, e la Svizzera, 18). Con il materiale raccolto (circa 30 ore di video interviste, è stato prodotto un documentario. Il campione degli intervistati copre quasi tutti i cinque continenti, essendo state raccolte interviste dalla Cina, dall’Australia, dal Brasile, da Israele e per quanto riguardo l’Europa dall’Austria, dalla Svizzera, dalla Francia, dall’Olanda, dalla Germania, dalla Danimarca, dalla Finlandia, dall’Inghilterra, dal Lichtenstein. Le professionalità degli intervistati sono varie: dallo studente all'estero in Erasmus ai dottorandi e ai ricercatori, dagli architetti agli operatori di organizzazioni di volontariato, agli ingegneri delle telecomunicazioni agli operatori turistici, dai grafici ai designer e alle ragazze alla pari. Dalle interviste che hanno indagato sui motivi che hanno spinto i ragazzi a lasciare Montebelluna, alle difficoltà di adattamento nel paese straniero, emerge che a “mancare di più” del paese di origine sono la famiglia, il cibo, il sole, le montagne, la bici, la cultura. Riduttiva, invece, la definizione di “cervelli in fuga”, sebbene la maggior parte dei 20 intervistati possieda un titolo di studio di livello elevato.

Presenti, alla presentazione, anche due dei ragazzi intervistati. Gloria Tommasi, 34 anni che vive a Rio de Janeiro in Brasile dove ha avviato un'attività nel settore turistico: ““Abbiamo cercato uno Stato che ci permettesse di aprire un’attività con molta più facilità, e devo dire che il Brasile è uno stato che ti permette di aprire una partita IVA con una facilità davvero reale”, e Paolo Martinazzo, 33 anni che vive da sei a Zurigo in Svizzera: “Una volta abituato a questi standard alti e a questo mercato del lavoro flessibile e spumeggiante, tornare indietro con stage, contratti a tempo e sicurezza zero, non mi sembra il caso”. “Con questo progetto – spiega il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero – che è destinato a continuare alimentando l'archivio della biblioteca comunale, si è voluto, col supporto anche di un gruppo di giovani e volenterosi ricercatori, capire come sia lo stato dell’arte del fenomeno migratorio locale e la risposta è sorprendente. Appaiono logore, quasi inutilizzabili, le vecchie categorie storiografiche fondate su fattori di espulsione e fattori di attrazione/lontananza fisica e morale, subalternità di ruolo e marginalità culturale….È che il mondo si è fatto più piccolo, i viaggi aerei low cost, le reti ferroviarie e quelle informatiche hanno dissolto il senso della lontananza fisica e culturale. I giovani intervistati si sottraggono persino ai nuovi luoghi comuni come quello “della fuga dei cervelli”. La verità è che i nostri giovani sono cresciuti con un atteggiamento cosmopolita e una disposizione a vivere come propri, anche simbolicamente, non solo per le opportunità che offrono, i luoghi che alla generazione che ci ha preceduto apparivano lontani ed esotici. Questo rende ancor più stridente la differenza fra l’esperienza attuale dei nostri giovani all’estero e quella affrontata dalle precedenti generazioni di emigrati o da quella degli immigrati di oggi”.

Spiega Giuseppe Biz, presidente della sezione A.I.T.M. di Montebelluna: “E' questo un modo inedito per celebrare il trentesimo anniversario di fondazione della nostra sezione, per divulgare nelle scuole del territorio l’emigrazione e far conoscere l’attività della Trevisani nel Mondo che, dal 1973 grazie all’intuizione del nostro fondatore Don Canuto Toso, continua a operare in favore di tutti i migranti, a mantenere il collegamento con tutti i trevisani all’estero e il loro legame con la terra d’origine. Con questo documentario offriamo alle generazioni future una nuova lettura del fenomeno migratorio, non più attraverso i diari e le lettere, ma grazie alla tecnologia la possibilità di ascoltare la voce e dare un volto ai nuovi Trevisani nel Mondo”.

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