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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Villorba

Crazy for Football, quando il calcio è riabilitazione

Lunedì sera, alla libreria Lovat di Villorba, la cooperativa Sol.Co. ha promosso la presentazione del libro realizzato a quattro mani dallo scrittore e sceneggiatore Francesco Trento e Volfango De Biasi

VILLORBA Tutti matti per il calcio, ma non solo. Anche per il lavoro, per l’arte e per tutte le attività che aiutano a reintegrare, riabilitare, riconsegnare autonomia e dignità, abbattendo lo stigma che da sempre pesa sulla malattia mentale. Lunedì sera, alla libreria Lovat di Villorba, la cooperativa Sol.Co. ha promosso la presentazione di “Crazy for Football”, libro realizzato a quattro mani dallo scrittore e sceneggiatore Francesco Trento (in foto con i ragazzi della cooperativa) e Volfango De Biasi, pluripremiato regista, che racconta la storia della Nazionale italiana di calcetto composta da pazienti psichiatrici. I due autori hanno realizzato anche il docu-film che ruota intorno alle selezioni della squadra e al campionato mondiale di calcio a 5 giocato in Giappone. Il film ha vinto il David di Donatello 2017 come miglior documentario ed è stato segnalato ai Nastri d’Argento.

“Siamo molto contenti di aver ospitato Francesco e aver potuto raccontare questa avventura che definirei “pazzesca”, un po’ come noi – dichiara Luciana Cremonese Presidente della cooperativa Sol.Co. –è una storia di dignità, di riscatto sociale, di amicizia, a tratti esilarante a tratti commovente, che racconta di quanto si possa fare se si mette la persona al centro, se si considera il disagio psichico come una malattia dalla quale si può guarire, non una condizione permanente”. “A qualcuno piace l’idea che i pazienti siano pazienti di professione, cioè che siano pazienti psichiatrici al cento per cento del loro tempo – ha raccontato Francesco Trento – Noi invece li vogliamo dilettanti. Vogliamo pazienti psichiatrici amatoriali, che passino un po’ di tempo ad essere malati e il resto del tempo ad essere sani”

“In questa storia è lo sport a dare una seconda possibilità a questi ragazzi, per noi è il lavoro, un lavoro che crea autonomia, economica e relazionale, che permette nuove relazioni, un ritorno alla società dalla quale i nostri ragazzi spesso si erano isolati. Lavoro, sport, ma anche le forme d’arte come il teatro, la scrittura, sono strumenti per sconfiggere il pregiudizio, lo stigma  e per ritrovare la propria identità”conclude Luciana Cremonese. Significativa anche la presenza del dott. Angelo Brega, medico psichiatra dell’unità operativa nord del CSM di Oderzo, che ha presentato i progetti di “sport e salute mentale” attivi a Treviso, come i “Buldozer” la squadra di calcio a 5 composta dagli utenti del centro diurno “Il Porto” di Oderzo e le “Zebre Gialle” squadra di Touch Rugby nata lo scorso anno. Presente anche Guido di Guida, vice Presidente del Coni Veneto, che ha ricordato i valori dello sport, da sempre inclusivo e valorizzante delle diversità.

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