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Cronaca Vittorio Veneto

Costringe la compagna ad avere rapporti sessuali e la perseguita

E' la vicenda raccontata da una 34enne residente a Vittorio Veneto la cui denuncia ha portato alle indagini che hanno mandato alla sbarra l'ex compagno, un 51enne

Prima sarebbe stata violentata e poi, una volta andata via da quella casa insieme al figlio, sarebbe stata fatta oggetto di una vera e propria campagna di stalking, consistita in appostamenti, agguati e minacce formulate per lo più al telefono e via sms. E' la storia raccontata da una 34enne residente a Vittorio Veneto la cui denuncia ha portato alle indagini che hanno mandato alla sbarra l'ex compagno, un vittoriese di 51anni, nei cui confronti questa mattina in Tribunale a Treviso è iniziato il processo che lo vede accusato di violenza sessuale e stalking. Per il legale dell'uomo, l'avvocato Stefano Arrigo "è una brutta storia, epilogo amaro di un rapporto d'amore finito male". In mezzo ai due il figlio piccolo della coppia che, secondo la difesa, sarebbe la ragione dei numerosi tentativi del 51enne di mettersi in contatto con la moglie, che gli avrebbe impedito di vederlo.

I fatti risalgono al periodo tra la metà di luglio e il settembre del 2018. La donna racconta che il rapporto tra i due conviventi era logoro e che della coppia felice che erano stati non era rimasto più nulla. Continuavano a convivere ma come dei separati in casa, anche se a quanto è emerso in aula i due non solo dividevano la stessa casa ma anche lo stesso letto. Lei, non più innamorata, non avrebbe voluto avere rapporti sessuali. E lui allora l'avrebbe costretta, almeno in una occasione, a fare sesso completo, buttandola sul letto e obbligandola.  Pochi giorni dopo l'avrebbe aggredita in casa e, di fronte al tentativo della donna di scacciarlo via, le avrebbe strappato la biancheria iniziando a palpeggiarla nelle parti intime.

E' a quel punto che è partita la prima denuncia. La Procura di Treviso aveva chiesto gli arresti domiciliari ma il gip aveva emesso solo la misura del divieto di avvicinamento. Uscita di casa con il figlioletto della coppia  la donna avrebbe si sarebbe sistemata per qualche giorno a casa dei genitori, dove lui, che nel frattempo l'avrebbe assilata con messaggi, telefonate e pedinamenti, si sarebbe presentato in più occasioni. Una volta sarebbe anche dato sul posto di lavoro della ex, strattonandola e sottraendole il telefono cellulare. «Il mio assistitito  - spiega il difensore - voleva solo poter vedere il figlio che lei non gli faceva più incontrare».

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