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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Vittorio Veneto

Mille euro per sbloccare la finta donazione, asilo vittoriese truffato

Denunciati dai carabinieri un 26enne e una 22enne, entrambi di Torino: nel mirino l'istituto "San Pio X". Impiegata ricevette telefonate dei due che hanno finto di essere direttore ed impiegata di un istituto bancario

L’11 agosto 2017 un’impiegata dell’Istituto San Pio X di Vittorio Veneto riceve una telefonata da una ragazza che le annunciava di aver effettuato, mediante bonifico, una donazione alla struttura per un importo di 23mila euro, ma la (finta) operazione non era andata a buon fine e la transazione risultava essere bloccata. Successivamente l’impiegata ha ricevuto un’altra telefonata, questa volta da un uomo, che, presentatosi come sedicente direttore dell’Istituto di Credito presso il quale sarebbe stato attivo il conto corrente della struttura religiosa, ha confermato il versamento della somma di 23mila euro, ma che l’operazione era stata bloccata in quanto la somma era errata e risultava un esubero di 3mila euro, pertanto metteva in contatto l’impiegata con una sedicente dipendente della banca, la quale ha riferito che per sbloccare l’operazione era necessario restituire la somma in esubero.

Alla risposta dell’impiegata, che riferiva di non aver la possibilità di versare la somma richiesta, la sedicente bancaria ha riferito che l’operazione si sarebbe potuta sbloccare anche con il versamento di un importo inferiore, perciò induceva in errore la vittima facendole effettuare il versamento di mille euro su una carta postepay, rendendosi successivamente irreperibile.

Le indagini dei carabinieri di Vittorio Veneto hanno permesso di identificare gli autori della truffa, un 26enne, Giuseppe Traficante, ed una 22enne, Maria Favata, entrambi residenti a Torino e con precedenti per truffa. La prima telefonata ricevuta dall’impiegata dell’Istituto San Pio X è stata effettuata dalla ragazza, che annunciava l’avvenuta donazione, con un’utenza telefonica intestata al 26enne. Successivamente è stato proprio il giovane a chiamare la vittima presentandosi come sedicente direttore della banca intestataria del conto corrente, e di nuovo è entrata in gioco la complice, che questa volta ha riferito di essere una dipendente della banca. Il riscontro dei dati risultanti dalla scheda sim con la quale sono state effettuate le chiamate e dalla carta postepay (intestata a Maria Favata) sulla quale sono stati versati i mille euro ha permesso di risalire alla vera identità dei due truffatori, che sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Treviso.

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