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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Nella città fantasma suona la sveglia: Ztl Wake Up alle Stiore

Seconda occupazione messa in atto dal collettivo Ztl Wake Up a Treviso. Il 6 luglio 2012 il gruppo ha ripulito l'ex centro sportivo alle Stiore da erbacce e rifiuti abbandonati

Nella Treviso dei giganti abbandonati è suonata la sveglia. A ridestare la città dei signori dal torpore è il collettivo Ztl Wake Up, con il suo secondo blitz nel giro di un mese.

OPERAZIONE PULIZIA - Dopo l’occupazione dell’ex Telecom a giugno, venerdì gli studenti e i militanti della sinistra giovanile trevigiana si sono diretti verso il vecchio centro sportivo alle Stiore, armati di attrezzi da giardinaggio e ramazze.

Il loro obiettivo: liberare il vecchio centro sportivo da erbacce, rifiuti e materiali abbandonati, “per restituirlo a ogni cittadino, prima che la corsa al grigio applichi la sua trasfigurazione in un parcheggio”, come spiega il gruppo stesso.

Come nel caso dell’ex Telecom, si è trattato di una “occupazione verde”, non violenta e senza disordini, un’operazione di pulizia interrotta solo dall’arrivo delle Forze dell’ordine, che hanno proceduto all’identificazione degli “eco-occupanti”.

ZONE TEMPORANEAMENTE LIBERATE - Con le sue azioni Ztl Wake Up rivendica il “bisogno di spazi culturali” a Treviso e “la negligenza di un'amministrazione che non vuole prendere in considerazione il disagio legato alla decadenza degli spazi inutilizzati e che anzi incentiva la corsa frenetica ad una cementificazione sempre più periferica, lasciando tra le nostre case, le nostre piazze, tra i nostri rapporti umani, il buio ed il silenzio dell'abbandono”.

LA CITTÀ DEGLI EX - E l’abbandono sembra proprio essere una prerogativa del capoluogo della Marca, una città di “ex” (almeno cinquanta) lasciati a sé stessi, dentro e fuori le mura. Gli uffici delle Forze dell’ordine, di Ascom, Unindustria, Confcommercio trasferiti all’Appiani. Le ex poste, la ex Camuzzi, l’ex Cuor e la ex Siamic in zona ferrovia. Ex chiese, come quella di Santa Margherita, ma anche costruzioni di epoca medievale, come la ex caserma della Finanza, e le carceri austriache. Palazzo Onigo, il Teatro Sociale, il complesso dietro l’ex Tribunale, tra via Riccati e via Canova.

EX DENTRO E FUORI LE MURA - Ex poste di via Santa Caterina, ex Maracanà in piazza Giustiniani, ex Inail, ex Archivio di Stato, ex Arpav, ex Cri: Treviso ha divorziato da un ingente patrimonio immobiliare per gettarsi tra le braccia di nuove costruzioni, più periferiche.

Eppure anche fuori le mura si stagliano complessi e aree in totale stato di abbandono e dal futuro incerto. Come le ex caserme “Serena”, “Piave”, “De Dominicis”, “Cadorin” e l’area “Salsa. Oppure il campetto dell’Eolo e il vicino market di Santa Maria del Rovere, il Consorzio Agrario e l’area artigianale lungo la Restera, la Stazionetta di Santi Quaranta.

Centinaia di metri cubi dalle enormi potenzialità, ma lasciati cadere a pezzi.

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