Aumentano gli sfratti per morosità: impennata del 30%
Lo ha reso noto il sindacato degli inquilini Cisl nel primo congresso Belluno-Treviso. Gli sfratti dovuti alla morosità degli inquilini, incapaci di sostenere le spese per la casa, sono cresciuti del 30%
Le aziende chiudono, i dipendenti perdono il posto e le famiglie non riescono più a far fronte alle spese, nemmeno a quelle primarie come l'affitto. Per questo nelle province Treviso e Belluno gli sfratti dovuti alla morosità degli inquilini sono aumentati del 30%.
A renderlo noto è il Sicet Belluno e Treviso, il Sindacato Inquilini Casa e Territorio che fa capo alla Cisl, che giovedì si è riunito nel suo primo congresso territoriale dopo l'unione delle due segreterie provinciali e ha eletto il suo nuovo segretario, il trevigiano Danilo Marangon.
Il prolungarsi della crisi, ha rilevato il sindacato, mette in evidenza l’emergenza abitativa anche nelle Marca e nel Bellunese, territori in cui circa l’80% dei cittadini è proprietario di casa.
“Un cittadino su cinque – ha spiegato Marangon – abita in affitto e il numero è destinato a crescere nel contesto generale di crisi che stiamo vivendo: le banche non concedono più mutui, quindi la richiesta di affitti a prezzi possibilmente calmierati sta crescendo e arriva soprattutto dai giovani".
"Aumenta anche il numero di case offerte in locazione, perché molti proprietari, con l’aumento delle tasse sulla casa, si vedono costretti ad affittare per recuperare - ha proseguito - Si tratta di appartamenti che erano o in vendita o che erano sfitti”.
“I prezzi sono fermi e il mercato delle locazioni è in aumento, ma il rovescio della medaglia è che sono aumentati gli sfratti per morosità: tante famiglie non riescono più a pagare”.
Anche per questo, il Sicet si è attivato per una politica più mirata a livello territoriale, laddove è presente il problema casa, puntando a potenziare la presenza a livello territoriale con un maggior numero di sportelli: “Uno dei nostri obiettivi – ha concluso Marangon – è inoltre quello di aprire un confronto con i Comuni e con gli enti che si occupano di edilizia popolare”.