ThyssenKrupp resta silente, alla Berco scoppia di nuovo lo sciopero
Saltano ancora una volta le trattative per arginare il fiume di licenziamenti negli stabilimenti di Castelfranco Veneto, Copparo e Busano Canavese. I sindacati replicano con agitazioni a oltranza
E' saltata la trattativa per scongiurare i 611 licenziamenti alla Berco. Di nuovo.
Proprio quando si trattava di definire la riduzione del numero di esuberi, gli incentivi per le dimissioni volontarie, le misure per i dipendenti vicini alla pensione e la concessione della cassa integrazione straordinaria, ThyssenKrupp, casa madre della Berco, si è chiusa improvvisamente in silenzio e l'amministratore delegato ha fatto marcia indietro.
Atteggiamento non nuovo ormai, che ha scatenato la reazione di sindacati e operai, che da lunedì presidiano a oltranza i cancelli degli stabilimenti di Borgo Padova a Castelfranco Veneto, Copparo e Busano Canavese.
Dopo la defezione della multinazionale tedesca, ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, sindacati e amministratori hanno discusso fino a notte inoltrata, lunedì, per scongiurare i 611 licenziamenti nei tre poli italiani. Si tratta ormai di una vera e propria corsa contro il tempo: le procedure per i licenziamenti sono già state avviate e a partire dal 31 luglio dovrebbero arrivare a casa degli operai le tanto temute lettere.
Solo a Borgo Padova gli operai in esubero sono 59, ma anche per gli altri il futuro è incerto. Senza una ripresa degli ordinativi, la sede castellana della Berco rischia di essere tagliata fuori dalla produzione. L'unica salvezza è la sua specialità: le ruote tendicingolo, la cui fabbricazione non può essere spostata in altra sede.