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Coronavirus, Coldiretti Treviso contro le speculazioni: «I furbetti del latte vanno colpiti»

Da Coldiretti Treviso un plauso al presidente nazionale Ettore Prandini: «Vogliamo un taglio fondi a chi approfitta dell’emergenza. Non possiamo giocare con la vita delle nostre famiglie agricole»

Ogni giorno 5,7 milioni di litri di latte straniero attraversano le frontiere e invadono l’Italia, compresa la Marca trevigiana, con cisterne o cagliate congelate low cost di dubbia qualità in piena emergenza coronavirus, proprio mentre alcune aziende di trasformazione cercano di tagliare i compensi riconosciuti agli allevatori italiani, con la scusa della sovrapproduzione. «Quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Nazionale sulla base dei dati del Ministero della salute relativi ai primi quindici giorni del mese di marzo 2020 sui flussi commerciali dall’estero in latte equivalente è vergognoso – sottolinea Antnio Maria Ciri, direttore di Coldiretti Treviso - Bisogna fermare qualsiasi tentativo di speculazione sui generi alimentari di prima necessità come il latte che nell’ultima settimana di rilevazione sui consumi ha registrato un balzo del 47% degli acquisti da parte delle famiglie, sulla base dei dati IRI che evidenziano anche l’aumento degli acquisti di formaggi, dalla mozzarella (+35%) al Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+38%)».

Coldiretti Treviso vuole puntare il riflettore sugli allevatori trevigiani che continuano a lavorare e mungere per garantire il prodotto al mercato: «Non possiamo giocare con la vita delle nostre famiglie di allevatori e produttori agricoli – aggiunge Ciri sosteneno le parole del presidente nazionale Ettore Prandini - Chiediamo di rendere pubblici gli elenchi dei caseifici che importano latte e cagliate dall’estero e vogliono abbassare le quotazioni di quello italiano, con il superamento delle attuali farraginose procedure di accesso ai dati. Sono insostenibili le richieste di riduzione del prezzo pagato agli allevatori proprio mentre i supermercati vengono presi d’assalto e nelle stalle si continua a mungere per garantire le produzioni e i rifornimenti nelle dispense degli italiani».

La lotta ai furbetti è solo all’inizio: «Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi caseifici compromettano il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera ai quali va il plauso della Coldiretti. Chi approfitta della situazione di emergenza venga escluso dai fondi previsti per sostenere il comparto agroalimentare come gli aiuti agli indigenti». La Coldiretti ha allertato tutte la rete organizzativa a livello nazionale, con uffici provinciali e locali, per monitorare gli attacchi contro le stalle attivando una casella di posta sos.speculatoricoronavirus@coldiretti.it per raccogliere informazioni e segnalazioni sulla base delle quali agire a livello giudiziario se non verranno fornite adeguate motivazioni.

In riferimento al settore lattiero-caseario e alle segnalazioni pervenute da parte di produttori che si sono visti disdettare i contratti di acquisto del latte crudo o imporre prezzi al ribasso, è intervenuto anche l'assessore all’agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan: «In questo momento emergenziale e di grande tensione dei mercati agroalimentari dobbiamo essere ancor più vigili per mettere in sicurezza le nostre aziende ed evitare gli immancabili e deprecabili fenomeni speculativi .E’ nostro dovere – insiste Pan – tutelare l’intera filiera, a partire dal primo anello, le stalle. Per questo ho scritto anche al Ministro della salute, alla Direzione centrale veterinaria e ai Nuclei antisofisticazioni dei Carabinieri operativi in Veneto perché monitorino con grande attenzione i flussi di latte in entrata e in uscita dalle nostre frontiere. In ogni situazione di emergenza è inevitabile che i controlli si allentino, finendo così per regolare uno spazio di manovra insperato ai soliti ‘ furbetti’ o alla criminalità organizzata, che non conosce frontiere nè i confini di Schengen. Purtroppo la storia delle grandi crisi, dalla peste del ‘600 alla crisi agraria di fine Ottocento, a quella del colera a Napoli 47 anni fa o a quelle più recenti del metanolo o di Chernobyl, rivela che nelle difficoltà di approvvigionamento si insinuano gli approfittatori di turno che riescono ad imporre prezzi e modalità e portano al collasso le aziende più deboli».

«Spero che le autorità di vigilanza ministeriali e i Nuclei dei carabinieri possano svolgere al meglio, con la consueta tempestività, i controlli richiesti sui contratti di filiera – conclude Pan – Non vorrei mai che, al termine di questa crisi sanitaria ed economica, dovessimo constatare che là dove non è arrivato il virus sono arrivati gli speculatori e le mafie, e che ci ritrovassimo a dover contare, oltre al triste novero dei decessi, anche fallimenti e chiusure di imprese che sino ad un mese fa erano sane ed indispensabili nel garantire la nostra catena alimentare».

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