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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Come creare un buon curriculum: tutti i consigli di Ca' Foscari

Da evitare: il modello Europass in favore di una grafica personalizzata, foto poco consone all'offerta lavorativa ricercata e Cv troppo lunghi

VENEZIA - Il mondo del lavoro, si sa, è in continua evoluzione e non è sempre facile stare al passo coi tempi, soprattutto se nella ricerca di un'occupazione non si presta attenzione anche ai più piccoli dettagli che molto speso possono fare la differenza.

Ecco allora che, in occasione del VII Career Day dell'Università Ca' Foscari di Venezia, il settore Placement dell'Ateneo lagunare ha fornito alcuni consigli ai propri studenti in vista di una prossima ricerca di un'occupazione, suggerimenti però che possono essere utili a chiunque, in un momento storico complicato come quello attuale, si accinga a cambiare professione o semplicemente voglia rendersi più appetibile sul mercato. Diverse inoltre le aziende che si sono prestate per l'occasione ad una ricerca sui metodi di "recruting" 2.0, sempre più orientati al digitale, tra cui: Apple, Auchan, Bip, Calzedonia, Came Cancelli, Cameo, Capgemini, De' Longhi, Deloitte, EY, Finanziaria Internazionale Holding, Gruppo Engineering, Gruppo LVMH , Kiabi, KPMG, H&M, LIDL, L'Oréal Italia, Luxottica, Marsh, Mèthode, Moncler, NICE, OVS - Gruppo Coin, P&G, Pam Panorama, Philip Morris Italia, Previnet, Prometeia, PwC, UBI Banca, Umana, Unilever.

I SUGGERIMENTI PER UN BUON CURRICULUM VITAE

Prima ancora di scrivere un proprio Cv personale è molto importante stare attenti ad alcuni dettagli di fondamentale importanza che se tralasciati possono minare sensibilmente la possibilità che il curriculum possa essere letto dai recruiters e di conseguenza ottenere il lavoro per cui ci si è proposti. Il passo iniziale che si deve infatti compiere è quello di "ripulire" i propri profili social come Facebook, Twitter o Instagram: niente foto pubbliche in cui siete in spiaggia, ad un party o in pose provocanti o poco consone all'ambiente lavorativo che cercate. Dalla ricerca di Ca' Foscari infatti risulta che il 50% delle aziende scandaglia a fondo i profili online dei candidati per comprenderne le abitudini e le attitudini (25%) e soprattutto per capire se la persona possa essere il linea con i profili ricercati (21%); il 50% inoltre usa come strumento di verifica Linkedin, ma Facebook non è da meno.

Controllare quindi le proprie informazioni e interazioni sui social network deve essere il primo passo da compiere nella ricerca di lavoro, per evitare di essere esclusi a priori da una possibile selezione con altri candidati. Ovviamente però l'ambito sociale si connette fortemente con l'immagine di sè che si sceglie di inserire nel cv: secondo il 25% dei selezionatori infatti, le foto profilo sono spesso inadeguate per il posto ricercato e quindi bisogna adeguare questo dato al settore per cui ci si propone, considerando anche che il 71% delle aziende ritiene che i candidati spesso sovraestimino nel curriculum le loro professioni o i ruoli ricoperti in precendenza, elemento questo nettamente a sfavore.

Su cosa puntare quindi? L’elemento su cui il 78% degli intervistati pone immediatamente l’attenzione è la sintesi del profilo e la descrizione degli obiettivi professionali. ll 67% delle aziende dichiara importante infatti, in un CV, ritrovare indicate competenze in linea con il ruolo ricercato dalle aziende.Il 18% dei recruiter dichiara però di escludere un CV se non sono segnalate in modo preciso le informazioni di contatto: ad esempio anno, luogo di nascita e residenza. Per il 14% anche la mancata indicazione del diploma e del voto di laurea è un segnale negativo. Il 21% dei selezionatori non apprezza invece un testo eccessivamente prolisso, mentre il 28% dichiara di trovare spesso scritta una cronologia confusionaria, date discordanti che non consentono di ricostruire in modo lineare il percorso del candidato.

Essere concisi e precisi è quindi un dogma se si vuole essere in cima nelle preferenze al momento della selezione, senza però dimenticare il modello di curriculum vitae che si vuole inviare. Il 32% dei recruiter dichiara difatti di preferire il modello cronologico rispetto a quello Europass. Una veste grafica personalizzata e il modo in cui si decide di strutturare i contenuti risulta infatti essere una chiave di lettura interessante per la selezione del candidato. Inoltre, se si vuole lavorare all'estero è necessario redigere il testo in inglese o comunque nella lingua parlata nella zona dove ci si vuole recare. Il 42% dei recruiter lo dichiara infatti utile per valutare le competenze linguistiche di un candidato. La stessa percentuale dichiara però che la ricezione di un cv in lingua straniera dovrebbe fornire anche un segnale preciso: il candidato è disponibile alla mobilità. Se non vi interessa trasferirvi all’estero, ponderate perciò bene la vostra scelta.

Infine, ricordate che le aziende (il 42%) ricevono in media settimanalmente dai 20 ai 50 Cv, per cui spesso anche un piccolo dettaglio può fare la differenza. Perchè quindi non perdere un poì di tempo a ripulire e modificare i propri testi? D'altronde prima della prova colluquio ciò che conta è il test curriculare.
 





 

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