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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Debito pubblico: Treviso quarta tra i capoluoghi veneti

Cgia Mestre ha stilato una classifica dei capoluoghi italiani in base al loro debito per cittadino. Treviso si colloca nella media, sia a livello nazionale che locale, con 987 euro di debito a trevigiano

Ciascun trevigiano ha un debito di 987 euro. A tanto ammonta il debito pubblico pro capite del capoluogo della Marca.

Il dato si riferisce al 31 dicembre 2010. Tuttavia Treviso non e' la citta' piu' indebitata. Secondo l'analisi del Cgia di Mestre, il capoluogo italiano piu' in rosso e' Torino, con 3.806 euro a cittadino. La seguono, nell'ordine, Milano e Carrara, mentre le citta' piu' "virtuose" sono Enna, Brescia e Caltanissetta.

In questa classifica della Cgia Treviso si colloca in mezzo alle venete, dopo Venezia (1.514 euro), Verona (1.493 euro) e Rovigo (1.287 euro). Sotto la soglia dei mille euro Vicenza (745 euro), Padova (675 euro) e Belluno (500 euro).

"Con questa indagine - spiega il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi – non vogliamo dare nessun giudizio di merito sull’operato dei Sindaci. Tuttavia va sottolineato che non sempre i bilanci riescono a fotografare con precisione la situazione di indebitamento dei Comuni. Infatti, non sono poche le Amministrazioni di tutte le appartenenze politiche che da tempo hanno deciso di trasferire fuori bilancio alcune società, scaricando su quest’ultime situazioni debitorie che altrimenti sarebbero computate sul bilancio comunale”.

A incidere sull'aumento del debito pubblico dei Comuni italiani, secondo le osservazioni di Cgia Mestre, è soprattutto la scarsa erogazione di contributi da parte di Roma: “Negli ultimi 15 anni – conclude Bortolussi – ai Comuni sono stati progressivamente tagliati i trasferimenti dallo Stato centrale che, solo in parte, sono stati compensati dalle compartecipazioni ai tributi erariali. Nel frattempo, però, sono aumentate le funzioni e le competenze in capo ai Sindaci, con il risultato che questi ultimi hanno dovuto, per mantenere la qualità e la quantità di questi servizi offerti ai cittadini, od indebitarsi od aumentare le tasse e le tariffe locali”.
 

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