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Economia Quinto di Treviso / Via Postumia Castellana

Federmanager Treviso e Belluno: dirigenti più “smart” per le nuove sfide dell’Industria 4.0

L'associazione, che rappresenta ben 1200 dirigenti delle due province, rilancia la figura del manager come motore dello sviluppo tecnologico per il Paese

QUINTO DI TREVISO Se l’Italia vuole uscire dal tunnel della crisi ed imboccare quello della competitività, la figura centrale di questo cambiamento sarà quella del manager. Che dovrà essere sempre più “smart” con una mentalità digitale ed aperta all’innovazione. È questo il contributo proposto da Federmanager Treviso e Belluno, associazione che rappresenta 1200 dirigenti delle due province, nell’ambito del convegno sul tema “The Bit Mind. Nuovi manager nell’era dell’innovazione digitale”, tenutosi ieri al BHR Hotel di Quinto di Treviso.

“I nostri dati – ha detto il presidente di Federmanager Treviso e Belluno, Marzio Boscariol – confermano che il 65% delle piccole e medie imprese, prevalenti nel tessuto produttivo veneto, ritiene di avere bisogno di figure manageriali per essere più competitiva e innovativa. Per questo dobbiamo concentrarci sul capitale umano, che è la nostra vera forza e rappresenta la chiave di volta attraverso cui il Sistema Paese può, non solo reggere l’impatto della rivoluzione in atto, ma anche cavalcarne l’onda per riaffermare l’eccellenza della nostra manifattura”. La conferma dell’importanza delle risorse manageriali per accompagnare le aziende venete verso l’Industria 4.0, è arrivata anche da Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, alla formazione, al lavoro e pari opportunità della Regione Veneto: “I distretti veneti sono tornati a essere il motore della crescita italiana sui mercati esteri, grazie all’affermazione di importanti filiere che hanno saputo acquisire un’indiscussa leadership internazionale. È quindi un territorio vivace, con un’altissima concentrazione di competenze e di capacità di risolvere problemi, con ottime scuole. Per questo dobbiamo tornare a lavorare sulle risorse umane, per aumentare queste capacità di competere lavorando sugli aspetti generazionali e manageriali”.

Quali siano queste competenze lo ha spiegato Carlo Bagnoli, delegato all’Innovazione strategica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia: “Quella che comunemente viene definita oggi come Quarta Rivoluzione Industriale, consiste nella stretta connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time. Per questo lo scorso settembre le nove università trivenete hanno firmato un accordo per lo sviluppo congiunto di un Competence Center, sancendo una storica unione tra gli atenei del territorio che mette in campo 155mila studenti, quasi 6 mila ricercatori e oltre 300 brevetti. Obiettivo è quello di assicurare la compresenza di tutte le competenze e il know how necessari per supportare le imprese a vincere la sfida posta dalla trasformazione Industry 4.0. Sfida che va però vinta solo se sapremo creare una via italiana all’innovazione, che punti e sfrutti le nostre peculiarità, ossia di piccole e medie aziende creative ed orientate alla qualità”.

E uno dei cambiamenti necessari per adattarsi al nuovo corso industriale, dovrà necessariamente passare anche per la nuova modalità di lavoro dello Smart Working, come ha spiegato Guelfo Tagliavini, coordinatore della commissione Industry 4.0 di Federmanager: “Il tema di trovare alternative di modalità lavoro, ovvero una modalità flessibile e agile di esecuzione del rapporto di lavoro, e che solo da pochi giorni ha per la prima volta anche un quadro legislativo nel nostro paese, avrà però successo solo se sarà portato avanti con forza dall’amministratore delegato in giù”.

Quali saranno, infine, le figure manageriali necessarie ad affrontare il cambiamento in corso, lo ha detto Eros Andronaco, vicepresidente di Federmanager nazionale: “Il sistema produttivo italiano, il cui Dna è fatto di piccole e medie imprese, potrà essere in grado di affrontare le nuove sfide ma ha bisogno di dirigenti con profili professionali che possano colmare specifiche esigenze come il temporary manager, l’export manager, l’innovation manager e il manager di rete, ossia quelle che possono dare un contributo notevole per farle crescere, anche culturalmente. L’aspetto importante, su cui la nostra associazione si batte con forza, resta quindi quello della valorizzazione del capitale umano

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