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Economia

Grande distribuzione e coop: indetto per venerdì 22 dicembre uno sciopero di 8 ore

Fisascat Cisl e Uiltucs: “Urgente rinnovare i contratti di lavoro fermi da 4 anni. Dalle aperture festive solo disagi e precarietà”. Venerdì si fermeranno così circa 5mila dipendenti

TREVISO Incroceranno le braccia venerdì 22 dicembre gli oltre 5mila lavoratori della Marca impiegati nella grande distribuzione e nella distribuzione cooperativa. Lo sciopero, indetto congiuntamente dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, è finalizzato a sollecitare un avanzamento dei negoziati di rinnovo dei contratti nazionali di lavoro. In provincia di Treviso si effettueranno 8 ore di sciopero con volantinaggio davanti agli ipermercati. I lavoratori della grande distribuzione sono in attesa da quattro anni della definizione del contratto nazionale di lavoro. I negoziati con l’associazione nazionale di settore Federdistribuzione sono in stallo da quasi un anno, da quando, cioè, l’associazione datoriale ha deciso unilateralmente di erogare aumenti economici di lunga inferiori rispetto alle previsioni negoziali dei contratti nazionali di settore già rinnovati con le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti.

Per Edoardo Dorella, Segretario generale della Fisascat Cisl Belluno Treviso, “non è con le erogazioni unilaterali che si risolvono i problemi dei lavoratori della grande distribuzione, ma con contratti sottoscritti dalle parti che diano regole comuni e strutturali alla categoria e al settore, facendosi anche carico di affrontare le sfide che il mercato impone alle aziende”. “Gli atti unilaterali - aggiunge Massimo Marchetti, Segretario della Uiltucs Belluno Treviso - mortificano il ruolo del lavoro e non riconoscono alcuna dignità al contributo operoso che le lavoratrici e i lavoratori danno quotidianamente alla propria impresa, spesso con prestazioni ad orari e in giorni, festivi e domenicali, sottratti alla vita sociale e agli affetti familiari”.

I lavoratori del sistema distributivo cooperativo da quattro anni non possono “contare sui legittimi e sacrosanti aumenti salariali, che, invece, i loro colleghi dipendenti da imprese aderenti a Confcommercio e a Confesercenti hanno avuto” prosegue Dorella della Fisascat Cisl. “Appare ingiustificato e ingiusto che, per una pura visione ideologica del proprio ruolo negoziale - prosegue il sindacalista -, le associazioni nazionali delle imprese cooperative si sottraggano a un serio confronto di merito per rinnovare un contratto nazionale di lavoro alla categoria. È inaccettabile che chi afferma di essere un’impresa diversa dalle altre e attenta al sociale, poi neghi il giusto compenso per il lavoro svolto proprio alle donne e agli uomini che quotidianamente operano per consolidare nell’economia e nel Paese un tale modello di impresa. Venerdì ci saranno assemblee nei luoghi di lavoro della grande distribuzione per informare i dipendenti della situazione e anche quest'anno purtroppo stiamo registrando il malumore dei lavoratori e delle lavoratrici per le richieste avanzate dalle aziende di lavorare anche nei giorni festivi”.

Fisascat Cisl e Uiltucs Uil ribadiscono il valore del godimento delle festività e delle domeniche da parte degli addetti del settore del commercio. “Dalla liberalizzazione senza regole delle aperture domenicali e festive - sottolineano i rappresentanti di Fisascat Cisl e Uiltucs Uil Belluno Treviso - rileviamo solo disagi per chi, come i dipendenti, in questi settori ci lavora, nessun recupero di vendite, ma una continua perdita di consumi e tanta precarietà. La materia delle aperture e degli orari deve tornare di competenza della Regione, affinché si possano favorire e migliorare le esigenze dei territori contro queste aperture selvagge. Ricordiamo ai lavoratori che, se non prevista l’obbligatorietà alla prestazione in festività dal proprio contratto individuale, il Contratto Nazionale di Lavoro prevede che non vi sia obbligo, ma solo volontarietà, a prestare il proprio lavoro in giornata festiva”.

LA REPLICA DI COOP Uno sciopero immotivato e irresponsabile a fronte di una disponibilità che è stata più volte ribadita a chiudere la trattativa sulla base di una proposta chiara e comunque distintiva. E’ questo il commento rilasciato dalle cooperative di consumatori in occasione dello sciopero indetto dai sindacati per venerdì 22 dicembre. Primaria missione della cooperazione di consumatori è quella di salvaguardare la propria capacità competitiva garantendo a soci e clienti un adeguato servizio e tutelando così anche l’occupazione. Ed è sulla base di questi presupposti che Coop si è seduta in più occasioni al tavolo della trattativa, dichiarando fin dall’inizio la disponibilità a garantire a conclusione del contratto l’incremento retributivo di 85 euro mensili, proponendo di mantenere le norme sociali più avanzate rispetto ai diretti competitor in materia di trattamento economico di malattia e infortunio (conservando il posto di lavoro fino a completa guarigione clinica) e puntando a un rafforzamento del welfare sanitario a totale carico delle cooperative, recuperando le risorse necessarie dalla normativa di contrasto all’assenteismo. Normativa, è bene ricordare, che in tema di trattativa i sindacati hanno concesso da anni alle altre sigle della grande distribuzione organizzata. Malgrado la chiarezza della proposta, si registra una fase di stallo aggravata ancora di più dallo sciopero preannunciato. Anche in questa particolare circostanza le cooperative confermano ancora una volta la volontà di rinnovare un contratto scaduto da 4 anni non arretrando ma, viceversa, salvaguardando la propria distintività sociale.

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