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Economia

Prosecco e Tiramisù i prodotti trevigiani più amati in Cina

I cinesi prediligono il Prosecco e il tiramisù. A svelare i gusti dell'Estremo Oriente è l'assessore Marino Finozzi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

“Mentre il numero dei cinesi che visitano Venezia e il Veneto aumenta a due cifre, prodotti della tradizione agroalimentare regionale come il Tiramisù e il Prosecco sono sempre più apprezzati nel grande Paese orientale: è un elemento di forza sul quale puntare per ampliare le relazioni economiche con un popolo, una cultura e una realtà la cui economia continua a crescere nonostante la crisi mondiale”.

Lo ha ribadito l’assessore regionale alla promozione e al commercio estero, secondo il quale le opportunità, già esistenti o in prospettiva, vanno rese sempre più concrete.

“Non sarebbe la prima volta nella storia che l’enogastronomia spalanca le porte a nuovi scambi economici e commerciali – ha aggiunto l’assessore – e la Cina va vista anche come il Paese dove il reddito di circa un miliardo e mezzo di consumatori è in crescita: non solo un concorrente, dunque, ma anche un mercato promettente per una economia come quella del Nord Est e italiana in generale. Del resto, se il nuovo presidente della Francia si appresta a finanziare un progetto triennale di promozione con 400 vini di 12 regioni, ha fatto anche lui i suoi conti. Noi per contro abbiamo già
due elementi di forza straordinari, uno consolidato l’altro che cresce. I cinesi risultano infatti, da una ricerca di Assolatte, i maggiori estimatori del Tiramisù, il più famoso dolce a cucchiaio del mondo creato in Veneto, a Treviso all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso. Questo dolce è citato nei siti internet in cinese oltre 14 milioni di volte. Il China Daily, uno dei principale giornali della Cina, all’inizio di maggio ha dato spazio al Prosecco DOP, spumante del Nord Est italiano e dal cuore veneto, che sta imponendosi come fenomeno mondiale. Se aggiungiamo che il centro di ricerche inglese International Wine and Spirit Research considera la Cina come il mercato enologico del futuro, con una prospettiva di consumo valutata nel 2016 in oltre 3 miliardi di bottiglie, il vero problema è muoversi rapidamente per conquistare spazi per i quali abbiamo prodotti vincenti a prezzi concorrenziali”.

“E’ un momento difficile per gli investimenti – ha concluso l’assessore veneto – e tuttavia dobbiamo ragionare per il futuro con la consapevolezza che due dei nostri maggiori settori produttivi, turismo ed enogastronomia, stanno ‘tirando’ pur tra tante difficoltà e soprattutto creano ricchezza che non è delocalizzabile”.

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