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Riduzione dei voli al Canova, Unindustria: "Sarebbe grave danno"

Una riduzione dei voli da e per l'aeroporto di Treviso, secondo Unindustria, porterebbe al declassamento dello scalo, con gravi ripercussioni economiche

Il futuro dell'aeroporto "Canova" in bilico tra il rispetto dell'ambiente e le ricadute sull'economia trevigiana.

Da settimane si è riacceso il dibattito tra associazioni, Comune di Quinto e AerTre sul ridimensionamento del traffico aereo dello scalo trevigiano. Alle voci preoccupate per il destino dell'aeroporto si è unita quella di Unindustria Treviso.

"Se lo scalo dovesse, per decreto, perdere volumi di traffico rischierebbe di essere ridimensionato di categoria, vanificando gli importanti investimenti fatti sia da Save che da molti altri operatori che credono nelle sue potenzialità presenti e future", scrive in un intervento aperto il delegato per il turismo di Unindustria Treviso, Tiziano Simonato.

Il tetto, di 16.300 voli l'anno, era stato stabilito dal Governo quale soglia massima necessaria a tutelare la sostenibilità ambientale dell'abitato vicino alla pista, in termini di rumore, inquinamento e traffico veicolare indotto.

Il raddoppio dei movimenti entro il 2039, previsto dal Masterplan di Save, osserva ancora Simonato, "indurrebbe sicuramente maggiori opportunità di pernottamenti e quindi di indotto per la città e il territorio, che potranno essere adeguatamente presentati con una campagna di promozione turistica all'estero".

"A mio avviso, la contrapposizione non giova - conclude l'esponente di Unindustria - e le Istituzioni sono chiamate a un gioco di squadra per considerare il 'Canova' non un problema ma una risorsa".

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