Crisi imprese, Barbiero (Cgil): "Scudo fiscale a chi si autodenuncia"

Dalla Cgil arriva una proposta choc per far fronte alla crisi del comparto del legno: uno "scudo fiscale" per le imprese che autodenuncino le proprie irregolarità fiscali e che permetta loro di aderire a un piano di rientro, che non comprometta l'operatività industriale.

La proposta, che ha fatto strabuzzare gli occhi a molti, viene dal segretario generale della Cgil di Treviso, Paolino Barbiero. L'idea nasce da uno studio del settore, che ha messo in luce una situazione, molto diffusa, di evasione fiscale e contributiva, come testimoniato dalla recente operazione della Guardia di finanza di Treviso in due aziende del settore.

"Il rischio che si prospetta con i controlli a tappeto della Guardia di Finanza - ha spiegato Barbiero - è quello di individuare situazioni in cui sia impossibile rivalersi sui capitali dell'azienda irregolare e che, dunque, questa sia costretta a chiudere l'attività, con una ricaduta occupazionale che, in termini di ammortizzatori sociali, costerebbe ben più di quanto lo Stato potrebbe introitare dal recupero del credito fiscale".

Il percorso suggerito da Barbiero si articola in quattro passaggi. Il primo è l'autodenuncia dell'azienda-contribuente che ha evaso; seguono la garanzia di non avere ulteriori controlli e l'inasprimento delle verifiche nei confronti di chi non si "costituisca". Il quarto punto, infine, consiste in un "sistema premiante per gli onesti, ammesso ve ne siano, che prevede una redistribuzione a loro favore, in termini di riduzione dell'imposizione fiscale, di una quota proveniente dalle somme recuparate dalle casse dei disonesti".

"Se non funziona un piano di rientro di questo genere al Nord - ha concluso - è perfettamente inutile continuare a sostenere che il marcio sta tutto al Sud ed invocare controlli più serrati in Meridione".