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In provincia di Treviso 17mila capannoni industriali inutilizzati

L'indagine di Confartigianato. Un miliardo e 200 milioni di euro: questo il valore stimato del patrimonio industriale dismesso della nostra Regione, al quale sommare altri 2,7 miliardi di valore dei capannoni disponibili sul mercato ma non utilizzati

TREVISO Un miliardo e 200 milioni di euro: questo il valore stimato del patrimonio industriale dismesso della nostra Regione, al quale sommare altri 2,7 miliardi di valore dei capannoni disponibili sul mercato ma non utilizzati, per un totale patrimoniale sulla carta di 3,9 miliardi di risorse non utilizzate (valori basati sulle quotazioni medie al m2 di fonte Agenzia delle Entrate abbattute in percentuale per tener conto dello stato d’uso e di conservazione dei capannoni). In totale, in Veneto ci sono quasi 45 mila edifici inutilizzati, residenziali e non, pari al 3.7% del totale regionale, di cui 8.076 in provincia di Treviso. Focalizzandosi sui capannoni, secondo i dati catastali 2016 in Veneto ci sono 92 mila capannoni (8% del totale degli edifici), di cui 17.053 in Treviso ( pari al 19% del totale regionale)  tra questi 10.610 sono quelli dismessi (12% del totale dei capannoni), 1940 quelli trevigiani, pari al 18% del monte complessivo regionale.

Su questi si è focalizzata l’indagine, riuscendo a distinguere tra quelli inutilizzabili (da rottamare) che sono ben 4.570 (un 43% che si trova in mediocri o pessime condizioni di conservazione e ad oggi non sono utilizzabili, pari ad una superficie di poco inferiore a 12 milioni di metri quadrati abbandonati, una perdita di valore non solo economica ma anche di qualità del territorio e del paesaggio) e quelli utilizzabili. Questi rappresentano il 57% dei capannoni dismessi e sono ulteriormente suddivisibili tra quelli, 3.155 (30% del dismesso) che sono sul mercato (in vendita o affitto) ed i 2.885 (27% del dismesso) che non sono immessi sul mercato. Del 57% di fabbricati dismessi, 3.155 possono essere oggetto di agevolazioni per la riconversione e trasformazione ad esempio mediante cambi di destinazione d’uso, riduzione degli oneri, sostegno al frazionamento, sostegno ad affitti agevolati. 2.885 possono avere riutilizzi alternativi come: leasing del lastrico solare, incentivi agli usi temporanei degli spazi.

La ricerca, promossa da Confartigianato Imprese Veneto, in collaborazione con IUAV e Regione del Veneto e realizzata da Smart Land, per la prima volta, ha adottato un sistema misto di rilevazione con l’utilizzo statistico dei PAT (Piani Assetto Territorio) forniti dalla Regione (che hanno dato il dimensionamento delle superfici e le indicazioni sulla destinazione d’uso) sovrapposti ai dati catastali (che hanno dato indicazioni sulla numerosità) ed indagini originali attraverso gli strumenti forniti da google street view, è entrata anche nell’ambito del valore potenziale dato dalla valorizzazione degli immobili recuperabili. “La riconversione e il riutilizzo di questo patrimonio – spiega Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana -  riqualificandolo e intervenendo con azioni ad hoc, potrebbe portare alla creazione di un indotto pari a 7,9 miliardi. Un ottimo motivo per impegnarsi  tutti per migliorare la qualità delle aree industriali, soprattutto in collaborazione con gli Enti locali. Anche la demolizione dei manufatti irrecuperabili e il recupero globale di aree abbandonate è un valore attraverso, ad esempio, le potenzialità della legge regionale 11 del 2004 sui crediti edilizi, con recupero di suolo e “trasferimento” della volumetria demolita in altri luoghi, così da ridurre la perdita di valore dei manufatti esistenti e renderli commerciabili”.

Lo studio ha rilevato che in Veneto ci sono 5.679 aree produttive con una media di 10 aree produttive per comune e una superficie totale di 41.295 ettari. La provincia di Treviso è quella con più aree produttive per comune, pari a 14 con una superficie media di 5,4 ettari. Vicenza è la provincia con il valore più alto di capannoni, pari al 22% del totale regionale, e di capannoni dismessi, pari al 20% del totale regionale. L’area centrale del Veneto è quella con il numero più elevato di capannoni dismessi (cfr. grafico1) ma nella mappa è ben visibile tutta l’incidenza dell’area produttiva e della pedemontana.

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