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Economia

Superati i 400 milioni di produzione agricola assicurata nella Marca

Gli imprenditori agricoli stanno capendo l'importanza della copertura tanto che nel 2019 il Condifesa TVB (Treviso, Vicenza e Belluno), con i propri associati, ha fatto segnare un nuovo record. Il 50% degli agricoltori ne ha già fatto ricorso

Maltempo, eventi meteo estremi, sono divenuti ormai una costante. Gli imprenditori agricoli lo stanno capendo tanto che nel 2019 il Condifesa TVB (Treviso, Vicenza e Belluno), con i propri associati, ha fatto segnare un nuovo record superando i 400 milioni di euro di produzione agricola assicurata e coperta da fondi mutualistici incrementando in un solo anno più del 15% i valori protetti. Percentuale che sale al più 25% in termini di quintali di produzione assicurata.

Dall’inizio dell’estate, infatti, sull’Italia si sono abbattute in media ben 11 tempeste al giorno, per un totale di oltre 460 dall’inizio della stagione, il 75% in più rispetto all’anno scorso. La Marca Trevigiana ha fatto la sua parte con fenomeni anche estesi che hanno interessato pure territori poco colpiti. In particolare la grandinata ed il vento forte di venerdì 2 agosto che in poche ore hanno provocato danni molto ingenti a numerosi agricoltori con perdite fino all’80% del raccolto.

«Negli ultimi dieci anni, da quando si è presa coscienza del problema, si stanno rileggendo i dati, ogni anno vengono registrati record negativi, continuiamo a stupirci ma non c’è nulla di cui stupirsi», dice Valerio Nadal , presidente del Condifesa TVB. «In questi giorni stiamo registrando problemi di siccità ed eccessi di pioggia all’interno della stessa provincia, all’interno di zone anche limitate si verificano fenomeni estremi opposti tra loro». «C’è un trend negativo che negli ultimi 5 anni ha portato a -20, -30% di produzione: per un agricoltore vuol dire perdere un terzo del proprio reddito», puntualizza Nadal. 

E quel che è peggio è che gli eventi meteorologici estremi non accenneranno a diminuire: «Il fenomeno non è governabile, sono tendenze globali cui bisogna trovare soluzioni globali, a partire dal contenimento delle immissioni», puntualizza il presidente del Consorzio. «A livello locale, però, dobbiamo comunque trovare delle tecniche di mitigazione dell’impatto di questi fenomeni». L’eccesso di pioggia e di siccità, lo stravolgimento delle stagioni, infatti, sta portando ad una produzione sempre più anticipata che espone anche a rischi maggiori: «Il mercato chiede primizie, che costituiscono il 70-80% del reddito di un agricoltore, perché le prime che arrivano sul mercato realizzano ricavi maggiori. Ma dobbiamo capire che anticipare troppo porta a squilibri nella produzione, ad anticipi stagionali eccessivi e a carenze quando invece le produzioni sono attese».

Come possono limitare i danni gli agricoltori? Secondo il Condifesa Veneto, si tratta soprattutto di investire in nuove tecnologie, come tecniche di microirrigazione, sistemi di protezione antigrandine e antibrina , sistemi intelligenti per il monitoraggio della coltura, software che dicono quando risparmiare l’acqua o meno, quando effettuare un trattamento fitosanitario (si veda ad esempio il nostro BoDi bollettino fitosanitario digitale) fungicida o contro insetti e parassiti alieni. Perché sì, anche quelli fanno parte delle conseguenze del riscaldamento globale: «Un grado in più di temperatura comporta che alcune specie che prima non potevano vivere nelle nostre zone adesso riescono a pullulare», spiega Codato Filippo direttore del Condifesa. Insomma, «Non si tratta più di interrare il seme o mettere a dimora la piantina e andare a raccogliere. Occorre far fronte a degli investimenti che sempre più in agricoltura sono necessari, al pari delle sementi o del concime».

«Bisogna capire che avere angurie ogni anno a maggio non è sempre possibile: se vogliamo essere consumatori attenti, dovremo imparare a prendere quello che la natura ci offre in quel momento dell’anno» Chi non vuole guardare in faccia la realtà, semplicemente, è destinato a chiudere. Tante sono le aziende agricole che solo in Veneto hanno dovuto chiudere i battenti o accorparsi in aziende più grandi, proprio perché altrimenti non sarebbe possibile andare avanti. «Quando uno perde il 30, 40 o 50% - sono numerosi i vigneti con perdite intorno all’80% -, se non si è assicurati l’azienda rischia di andare in perdita», precisa l'esperto. La prevenzione del danno, infatti, è fondamentale. Fortunatamente, l’intervento a livello comunitario di istituzione di un investimento ex ante per promuovere le coperture assicurative è stata una scelta lungimirante: 1 miliardo e 700mila euro sono stati investiti in questo tipo di incentivo, che copre fino al 70% dei costi assicurativi contro i fenomeni meteorologici estremi. «Considerando che assicurare un vigneto, contro danni da grandine, vento ed eccesso di pioggia, costa anche 2mila euro all’ettaro, è un bel vantaggio avere un abbattimento di questi costi fino al 70%», specifica Codato. Anche perché i risarcimenti ex post tramite il Fondo di Solidarietà Nazionale non sono una soluzione praticabile: «aspettarsi che lo Stato risarcisca i danni è una speranza vana». Peraltro, il Veneto è una regione leader in questo senso, con il 25% di terreni assicurati sul totale nazionale e una media del 50% delle aziende viticole coperte rispetto alla perdita di produzione (con punte in alcuni territori del trevigiano dell’80%). Su altre colture, però, c’è ancora tanta strada da fare: «si tratta di una fetta importante, pari al 20%, ma è solo una fetta. Bisogna crescere in questo senso», incoraggia Codato « e stiamo cercando di farlo allargando sempre più l’ombrello sui rischi in campo un esempio arriva anche dal nostro fondo mutualistico che può indennizzare agli associati i danni da tromba d’aria su vigneti e frutteti. Fondo chiamato fortemente in causa con la tromba d’aria del 2 settembre per supportare economicamente il ripristino degli impianti arborei colpiti. Per chiedere l’indennizzo ed avere maggiori informazioni si può consultare il nostro sito www.condifesatvb.it». 

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