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Economia

Unindustria Treviso, produzione +1,7%: "Effetto 4.0 ed Export spingono la ripresina"

Piovesana e Finco: "Taglio strutturale al cuneo e detassazioni nella manovra d’autunno. Scongiurare la stretta creditizia"

TREVISO Prove di crescita strutturale per l’industria di Padova e Treviso. L’incognita del credito e l’incertezza politica non frenano la risalita, sia pure in un quadro di assestamento fisiologico rispetto a inizio anno. Nel secondo trimestre la produzione aumenta su base annua del +1,7%, spinta dalla vitalità dell’export (+4,2%) e dalla domanda interna (+3%). Prosegue il recupero dell’occupazione. Lo scatto degli ordinativi (+4,5%) preannuncia un rafforzamento nei mesi estivi. Migliorano le aspettative e la propensione delle imprese ad investire grazie allo stimolo fornito dal Piano Industria 4.0. Rimane cruciale il passaggio di una manovra d’autunno che punti sul rafforzamento degli investimenti e sul lavoro. Sono i risultati dell’indagine congiunturale realizzata daUnindustria Treviso e Confindustria Padova, in collaborazione con Fondazione Nord Est, su un campione di 500 aziende delle due province. 

Nel secondo trimestre 2017 l’indice della produzione industriale registra un aumento del +1,7% rispetto allo stesso periodo del 2016 (+3% nel primo trimestre). Nella media di gennaio-giugno la variazione è del 2,3%. La crescita è diffusa e sostenuta per tutti i settori manifatturieri, con il metalmeccanico sopra la media (+2,6%), e tra le classi dimensionali per le piccole (+2,9) e le medie imprese (+3,3%). La variazione positiva degli ordinativi si consolida (+4,5%): scende dal 29,6 al 27,9% la quota di chi ha orizzonte di lavoro assicurato per meno di un mese, il 20,9% ha ordini per più di tre mesi. Prosegue il recupero della domanda interna, con vendite internein aumento su base annua del 3% e dato segnatamente positivo per metalmeccanica (+8,9%) e imprese oltre 250 addetti (+4,1). L’espansione dell’economia e del commercio mondiali traina le vendite all’estero che accelerano, con un +4,2% (+3,9% nel primo trimestre). Risultato corale, prodotto da una crescita che coinvolge sia le vendite in Europa (+3,6) sia soprattutto extra-Ue (+5,8%). 

L’indice dell’occupazione cresce su base annua del +1,7% (+1,5 nel primo trimestre), con dato positivo per tutti i settori della manifattura, in particolare per il metalmeccanico (+2,3%) e per la classe 0-19 addetti (+2%).  Progressi interessanti, soprattutto perché diffusi a tutti gli indicatori. Il rialzo del prezzo di greggio e non-oil spinge i prezzi delle materie prime, in aumento per il 54,4%. Le condizioni di offerta del credito sono invariate per l’82,1% delle imprese, con rialzo dei tassi di interesse bancari per l’8,3% (9,3 tra le micro-imprese). La liquidità aziendale è giudicata tesa dal 13,5%, si riducono gradualmente i tempi di pagamento: il 19,9% (dal 21,2) lamenta ritardi. 

Migliora la fiducia delle imprese con previsioni moderatamente positive per i prossimi sei mesi (meno ottimiste circa la situazione economica generale), permangono rischi al ribasso per l’incertezza politica. La produzione è attesa in crescita dal 38,6%, in calo dal 10,1%: saldo di opinione +28. Ancora in recupero gli ordini interni, in aumento per il 27,6%, in calo per il 13,4 (saldo +14). Le prospettive sugli ordini esteri si confermano favorevoli e in aumento per il 44,5%, giù per il 9,5%. Restano prevalenti i giudizi di stabilità per l’occupazione (64,6%), il 38,3% prevede assunzioni nei prossimi sei mesi. L’espansione dell’economia e del commercio mondiali e lo stimolo del Piano nazionale Industria 4.0 consolidano gli investimenti nei prossimi sei mesi, che riguardano quasi 9 aziende su 10 (86%). Il 31,5% li aumenterà, il 54,5% li manterrà stabili. 

«Gli indicatori congiunturali ci consegnano risultati positivi e in spinta nel secondo trimestre, nonostante un assestamento fisiologico, tirati dalla vitalità dell’export di un’area aggregata tra le più dinamiche in Italia come Padova e Treviso - dichiarano i Presidenti di Confindustria Padova e Unindustria Treviso, Massimo Finco e Maria Cristina Piovesana -. È la conferma che la crescita viene da investimenti in innovazione e internazionalizzazione. Dobbiamo insistere su questa strada perché la nostra crescita è ancora inadeguata rispetto ai principali partner europei. Le fibrillazioni della politica su alleanze ed elezioni avvengono nel momento peggiore, mentre servirebbe autorevolezza con Bruxelles e volontà politica per accelerare l’azione di risanamento e crescita. Il Governo e le forze politiche ritrovino i contenuti e i toni di un dibattito costruttivo. La manovra d’autunno sia un passaggio cruciale su taglio strutturale e permanente del cuneo fiscale sul lavoro, detassazione ulteriore del salario di produttività e rafforzamento degli investimenti, prorogando gli strumenti che funzionano come iper e superammortamento ed estendendoli agli investimenti in formazione 4.0 e occupazione, soprattutto giovanile». 

«L’altro tassello per spingere sull’acceleratore della crescita riguarda il settore creditizio - aggiungono Piovesana e Finco -. Le imprese fanno ancora fatica ad avere un agevole accesso al credito e dopo la liquidazione coatta delle banche venete, va fugato ogni timore o dubbio sulla effettiva continuità del sostegno creditizio. Va rifondato un nuovo rapporto banca-imprese: le imprese dovranno aumentare il grado di trasparenza e rafforzare la loro struttura finanziaria. Le banche, dal canto loro, dovranno essere pienamente consapevoli delle ricadute negative che deriverebbe per l’intera economia veneta e italiana dal perdurare di una forte stretta creditizia». 

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