Chiave classica, Domenico Nordio e Orazio Sciortino in scena a Castelfranco
Le sonate di Beethoven abbinate ai Ludi di Orazio Sciortino. Con un grande duo da camera prosegue la stagione Chiave Classica al Teatro Accademico di Castelfranco.
In programma l'op 30 per violino e pianoforte (sonate n°1,2,3) e i Ludi, opera del 1984 di Orazio Sciortino. Nell'aprile del 1802 Beethoven andò a soggiornare ad Heiligenstadt, un sobborgo di Vienna, per trascorrere l'estate e nell'ottobre dello stesso anno egli scrisse la celebre lettera nota come “Testamento di Heiligenstadt”, diretta ai fratelli e mai spedita, in cui trovano sfogo il dolore e la disperazione nati dalla rassegnazione alla crescente sordità. La malattia avrebbe portato circa dieci anni dopo il compositore a rinunciare definitivamente alla carriera pianistica, prediletta inizialmente rispetto a quella compositiva. Questo periodo fu però molto proficuo per la produzione musicale, come dimostrano le tre sonate per violino e pianoforte op. 30, pubblicate a Vienna nel 1803, in cui gli echi del dramma esistenziale sembrano lasciare solo una traccia parziale. Le sonate in La, Do minore e Sol sono la dimostrazione di un'evoluzione nello stile musicale e nella scrittura per violino rispetto ai lavori precedenti del compositore viennese, che con queste composizioni si emancipa stilisticamente dai suoi predecessori.
«Mi piace considerare - scrive Orazio Sciortino - il concerto come momento teatrale per eccellenza, nel quale i musicisti coinvolti inscenano una sorta di drammaturgia collettiva che li vede protagonisti. Il pubblico, deuteragonista, partecipa attivamente, con la libertà immaginativa frutto del silenzio, al gioco di maschere e danze. Ludico è l'attore/musicista (ludius in latino) nella sua attività di libera elaborazione della fantasia, libero è chi assiste curioso allo spettacolo di eventi sonori che nel tempo prendono corpo e il tempo plasmano. Ludi è una sorta di suite in tre movimenti che ruota attorno all'idea di danza e di gioco. Il secondo dei tre, che dà il titolo al lavoro, è a sua volta articolato in quattro brevissimi pezzi sotto forma di danze stilizzate: reminiscenze di false citazioni rappresentano lo sfondo confuso di un continuo gioco di sovrapposizioni di eventi sonori diversi. L'esperienza dell'ascolto diventa così ogni volta un'occasione inedita di ritrovare se stessi attraverso il caleidoscopio di un oggetto sonoro da scoprire».
Domenico Nordio è uno degli acclamati musicisti italiani del nostro tempo. Si è esibito nelle sale più prestigiose (Carnegie Hall di New York, Salle Pleyel di Parigi, Teatro alla Scala di Milano, Barbican Center di Londra, Suntory Hall di Tokyo) e con orchestre quali la London Symphony, la National de France, l'Orchestre de la Suisse Romande, l'Orchestra Borusan di Istanbul, l'Enescu Philharmonic, la Simon Bolivar di Caracas, la Filarmonica di San Pietroburgo, la Sinfonica Nazionale della RAI. I suoi ultimi tour internazionali lo hanno visto impegnato, tra l’altro, al Concertgebouw di Amsterdam, al Teatro Colon di Buenos Aires, alla Sala Zaryadye di Mosca, alla Guild Hall di Riga, al Zorlu Center di Istanbul, al Festival di Tbilisi, alla Filarmonica di Vilnius, al NCPA di Mumbai, nella Sala San Paolo di São Paulo, allo Shanghai City Theater, al Melbourne Recital Centre. Pianista e compositore, Orazio Sciortino collabora con importanti istituzioni musicali italiane ed estere: Teatro alla Scala di Milano, MiTo Settembremusica, Orchestra Verdi, Orchestra del Teatro La Fenice, Bologna Festival, IUC di Roma, Ravello Festival, Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Accademia Filarmonica di Verona, Maggio Musicale Fiorentino, I Pomeriggi Musicali, Associazione Scarlatti di Napoli, Amici della musica di Palermo, Sagra Malatestiana di Rimini, Amici della musica di Perugia, Società del Quartetto di Milano, Festival di Ankara, Konzerthaus di Berlino, Salle Molière di Lyon, Ottawa Chamber Music Festival, Sala Cecilia Meireles di Rio De Janeiro. Recente il successo della sua opera, La Paura, da un racconto di Federico De Roberto, su libretto di Alberto Mattioli, commissionata dal Teatro Coccia di Novara e dedicata alla Grande Guerra 1915 - 1918.