Il pittore prigioniero
La Fondazione Benetton Studi Ricerche propone, venerdì 16 maggio alle ore 18 nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, la presentazione pubblica de Il pittore prigioniero (Marsilio, 2014), ultimo volume di Giandomenico Romanelli, già direttore dei Musei civici di Venezia e docente dell’Università Ca’ Foscari e dello Iuav.
Un incontro a cura dello storico dell’arte Lionello Puppi, Università Ca’ Foscari di Venezia, che presenterà il libro insieme a Massimo Firpo, professore di Storia Moderna alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Sarà presente l’autore.
LA TRAMA - Un grande e misterioso graffito emerge durante i restauri in una delle celle più nascoste dei Pozzi di Palazzo Ducale. Rappresenta una “sacra conversazione” secondo i moduli della pittura veneziana tra Quattro e Cinquecento. Chi ne è l’autore? Come ha potuto realizzare un capolavoro di quelle dimensioni e di quella qualità nel buio di una reclusione durissima e in condizioni di vita impensabili? Lentamente si dipana la storia vera di un inedito intreccio artistico e storico. Ne è protagonista un piccolo pittore di Conegliano, catturato e imprigionato per eresia nel 1549.
Nuovamente catturato vent’anni dopo e condannato a morte, sarà bruciato nella piazza di Conegliano all’inizio del 1568. Sullo sfondo lo scontro insanabile tra Giovanni Della Casa, il famoso autore del Galateo, nunzio papale a Venezia e Pier Paolo Vergerio, vescovo di Capodistria, che abbraccerà la riforma luterana e sarà costretto a trovare rifugio in Svizzera.
Tra artisti e letterati, grandi dame e monsignori; tra fughe precipitose e libri proibiti, dispute teologiche e controversie sulla lingua, le disperate rime di Gaspara Stampa e i roghi dell’Inquisizione, si consuma tra Venezia e le colline di Conegliano uno dei periodi più tormentati e vivaci della cultura rinascimentale, prima del grande gelo della Controriforma.