Incontro con l'economista Innocenzo Cipolletta al Museo della Battaglia
Terzo appuntamento del ciclo di conferenze per il Centenario di Vittorio Veneto “Quando scoppia la pace”. La serata di approfondimento, così come le altre due precedenti, si terrà a Vittorio Veneto mercoledì 4 luglio, presso il Museo della Battaglia alle ore 20.30. Fino al 4 novembre, data che ricorda il raggiungimento della tanto agognata pace, numerose saranno le occasioni a Vittorio Veneto per riflettere sul grande conflitto: un combattimento che ha coinvolto le maggiori potenze europee d’inizio XX secolo, con conseguenze inimmaginabili, cambiando per sempre l’equilibrio degli Stati.
Nel suo discorso, l’intellettuale intreccerà il triste destino della guerra con la materia economica, mettendo a confronto il comportamento dei vincitori della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, con una riflessione che parte dal famoso testo di John Maynard Keynes, Le conseguenze economiche della pace. Con la decisione degli Stati vincitori della Prima Guerra Mondiale di imporre alla Germania altissime sanzioni economiche, senza tener conto delle distruzioni che avevano coinvolto tutta l’Europa Continentale, si crearono anni di miseria e prolungata crisi economica, che aprirono le porte al Nazismo e alla Seconda Guerra Mondiale. La pace dopo il Secondo Conflitto, invece, si risolse con il Piano Marshall che favorì la ricostruzione del vecchio continente, avviò la nascita dell’Unione Europea e assicurò la pace per decenni. Un piano che assomigliava molto a quello che Keynes aveva proposto per il primo dopoguerra.
L’intervento di Cipolletta, oggi Presidente dell'Università di Trento e in passato docente universitario alla Facoltà di Scienze Statistiche all'Università la Sapienza di Roma, Dirigente Generale di Confindustria dal 1990 al 2000, Presidente di Ferrovie dello Stato dal 2006 al 2010 e funzionario e dirigente di OCSE, si spingerà fino ai giorni nostri. Fatte tutte le dovute differenze, anche nei tempi recenti l’Europa, dopo la crisi del petrolio del risolta positivamente, ha avuto un’altra grande crisi finanziaria (2008) che tutt’ora permane. La reazione a questa problematica è stata infatti il riaffiorare di nazionalismi e di egoismi nazionali, impedendo una risoluzione. "Servirebbe comprendere che solo il superamento dei nazionalismi -spiega Cipolletta - può portare a soluzioni effettive e positive, proprio come avvenne all’indomani del Secondo Conflitto".