"Io sono Caino" - Giornata della Memoria
Organizzato dall' Assessorato alla cultura e dall' Assessorato all'istruzione del comune di Cavaso del Tomba in collaborazione con Proloco Cavaso
con Armando Carrara e Mauro Forlani due voci e leggio
testo e regia: Armando Carrara
videomaker: Mauro Forlani
Il sottotitolo di questo spettacolo potrebbe essere: … Ma non vi parlerò di orrori … perchè, pur essendo l’ argomento molto drammatico, vogliamo evitare di elencare le atrocità entrinseche ai genocidi.
Per prima cosa non intendiamo parlare solo di Shoa ebraica ma dei genocidi in genere: Il genocidio armeno, la shoa, il genocidio africano Hutu/Tutsi, il genocidio cambogiano, il genocidio bosniaco. Ed è su questi argomenti che si dipanerà la nostra indagi...ne cercando di evitare gli orrori, o meglio, parlandone il meno possibile. In Europa, la gente comune conosce la Shoa e le sue strazianti testimonianze, mentre conosce assai meno gli altri succitati genocidi. I negazionisti europei sono pochi nostalgici, oppure stolti in malafede. Molto più preoccupante il negazionismo internazionale … ma il nostro spettacolo non sarà diretto a costoro.
Altro punto focale dell’ allestimento sarà per certo l’ indagine accurata sul perchè dei genocidi sopra elencati arrivando a chiarire come le radici di tutti i genocidi sono da ricercare soprattutto in motivazioni politico-economiche: Conquista o mantenimento del potere (Hutu/Tutsi); Annullamento delle opposizioni politiche (Cambogiani e Armeni); Possesso dei beni materiali degli uccisi (quasi tutti i genocidi hanno questa finalità); Odio Razziale (motivazione ultima, bandiera di tutti i genocidi, ma usata per nascondere tutte le altre vere motivazioni).
Fondamentali per la spiegazione delle origini dei genocidi saranno in questo spettacolo le figure di Caino e Abele. Saranno questi personaggi che daranno voce ai fatti narrati schierandosi di volta in volta con la vittina o con il carnefice. L’ idea di coinvolgere questi personaggi biblici nasce da un passaggio di Primo Levi riguardante la torre che dominava il campo di sterminio. Questa torre era chiamata dagli internati Torre di Babele perché la Torre del Carburo era stata costruita dagli internati nel campo di sterminio che parlavano una ventina di lingue differenti.