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Location

Museo della Battaglia

Piazza Papa Giovanni Paolo I, 1 - Vittorio Veneto

Raccontare la Storia a partire da una moltitudine di storie, microstorie, racconti, piccoli frammenti, aneddoti, spezzoni di memorie, capaci di ricomporre assieme una grande narrazione corale sulla Grande Guerra, per dare voce non solo alle grandi gesta degli eroi conclamati quanto piuttosto ai piccoli gesti quotidiani di ordinaria follia, all’assurda normalità della guerra: questo l'obiettivo del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto. Al piano terra la trincea. Attraverso un percorso tortuoso ed immersivo si vengono a conoscere i diversi aspetti della vita trascorsa, per tempi lunghissimi, in questi angusti spazi. Oggetti, lettere, libri, filmati, effetti sonori, visivi e olfattivi, oltre al suggestivo allestimento, sono tutti elementi che consentono al visitatore di sviscerare una realtà per molti aspetti sconosciuta. Il primo oggetto esposto è il tribolo, micidiale ostacolo che veniva posto tra trincee nemiche. Questo oggetto è divenuto il simbolo del Museo della Battaglia. Al secondo piano il tema dell’occupazione che ha interessato, tra novembre del 1917 e ottobre del 1918 una gran parte dell’Italia del Nord, e in particolare l’area della sinistra Piave: proclami degli occupanti, modi di vita, curiosità, tragedie e peculiarità di questo breve ma intenso periodo della storia italiana. Sempre al secondo livello, in una saletta isolata è stata ricostruita l’Armeria di Marson, cioè il primo nucleo di oggetti, soprattutto armi e munizioni, che il fondatore del Museo aveva raccolto e affastellato presso la propria abitazione. Si tratta di una suggestione che riprende i concetti museali di un tempo.

Al terzo piano, la Battaglia finale, cosiddetta Battaglia di Vittorio, combattuta con maggiore violenza in prossimità del Piave, ma conclusasi con l’arrivo a Vittorio delle truppe italiane il 30 ottobre 1918. Da questo momento, negli anni successivi si è costruito un vero e proprio mito. Anche per mantenere la memoria del precedente allestimento ormai storicizzato, queste sale ripropongono il sistema espositivo precedente all’interno delle antiche bacheche restaurate. La Loggia del Museo, ora riportata alla sua unitarietà spostando i cannoni che vi erano esposti, è un luogo di particolare pregio grazie agli affreschi realizzati nel primo trentennio del XVI secolo al termine dei lavori di costruzione del Palazzo. Su tre pareti sono affrescate tre vicende storiche legate al tema della giustizia e della clemenza, monito e allegoria di un Buon Governo. Sulla parete centrale è raffigurata la “clemenza di Traiano”, sulla parete a ovest la “saggezza di Daniele” e a est la “saggezza di Salomone”. Gli affreschi sono attribuiti all’artista friulano Pomponio Amalteo, genero del più noto Antonio de Sacchis, detto il Pordenone, al quale si attribuiscono i cartoni originari dai quali l’Amalteo trasse le scene. La sala un tempo detta della Vittoria, oggi riconosciuta come Aula Civica Cenedese, è stata esclusa dal percorso espositivo legato alla Grande Guerra ed ha riacquistato la sua funzione di luogo di incontri, con lo spettacolare scenario delle decorazioni di Giovanni De Min, artista di origine bellunese, che tra il 1841 e il 1844 ha dipinto tre storie di Ceneda e la gloria di Ferdinando I d’Asburgo incoronato Re d’Italia. Oltre alle scene policrome, tutto attorno sono raffigurate entro finte edicole le allegorie delle Virtù e, sulla fascia sotto la copertura, sono raffigurati gli stemmi dei Vescovi della diocesi, a partire del VIII secolo. E’ presente, tra gli altri, anche lo stemma di Albino Luciani, vescovo di Vittorio Veneto per oltre un decennio. Le decorazioni a contorno, anche delle due sale laterali, sono opera di Paolo Pajetta.

Al piano terra, adiacente all’edificio principale si trova la Chiesa, ormai sconsacrata, di S. Paolo al Piano, detta “San Paoletto”. In origine era la chiesa dell’attiguo cimitero (trasferito nel 1847 in quello nuovo). Sede della “Scuola della Buona morte”, che si occupava del decoro dei funerali e del seppellimento dei morti, divenne poi sede delle Confraternite di “San Filippo Neri” e della “Madonna del Carmine”. L’edificio è a semplice aula, con cantoria, battistero e altare ancora presenti. Questo spazio è dedicato, nell’allestimento museale, ad accogliere il laboratorio multimediale permanente ed è improntato alla massima flessibilità d’uso, anche per laboratori didattici e proiezioni audiovisive, dotato all’occorrenza di una propria autonomia gestionale per un utilizzo quale saletta conferenze.

La Rete dei Musei della Guerra in Veneto

Il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto ha costruito una Rete Museale con altri tre Musei della Guerra in Veneto ed in particolare: il Museo del Risorgimento di Vicenza, il Museo della Bonifica di San Donà di Piave (VE) ed il Museo del VII Alpini di Sedico (BL).

COME RAGGIUNGERLO
Aeroporti: Venezia (VCE) o Treviso (TSF). Distanza 60 km/50 km

Autostrada: A27 Venezia/Pian di Vedoia. Uscita Vittorio Veneto Sud. Distanza 1 km

Treno: linea Conegliano – Belluno, fermate Soffratta o Vittorio Veneto, distanza 500 mt/2 Km

ORARI

Da martedì a venerdì: ore 9.30 – 12.30. Sabato e Domenica: ore 10 – 13 e 15 – 18. Chiuso: lunedì, 25 e 26 Dicembre, 1 gennaio, Pasqua. In altri orari: per gruppi (minimo 10 persone) su prenotazione

Biglietteria

Intero: € 5,00. Ridotto: € 3,00 da 6 a 18 anni, alunni scolaresche, componenti gruppi (minimo 10 persone), oltre 65 anni (da martedì a venerdì), nucleo famiglia (minimo 4 persone)- Biglietto gratuito da 0 a 5 anni, accompagnatori scolaresche (max 2), accompagnatori disabili, guide turistiche autorizzate. Apertura straordinaria: € 15,00

INFO

Indirizzo: Piazza Papa Giovanni Paolo I, 1, 31029 Vittorio Veneto
www.museobattaglia.it
email: info@museobattaglia.it
Tel: 0438 57695

Eventi in programma

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