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"L'amica del cipresso" di Arturo Martini sarà esposta al Museo Bailo

La scultura del grande artista trevigiano arriverà nel capoluogo di Marca come prestito temporaneo. Un'opera meravigliosa che si potrà ammirare per la prima volta a Treviso

In occasione del prossimo arrivo in deposito temporaneo ai Musei Civici di Treviso, venerdì 17 maggio al Museo Luigi Bailo, alle 18.30, si svolgerà la presentazione al pubblico del capolavoro di Arturo Martini "L’amica del cipresso", che andrà ad arricchire la raccolta dedicata allo scultore, la più rilevante in Italia per numero di esemplari. All’evento parteciperanno, oltre all’assessore ai Beni Culturali e Turismo Lavinia Colonna Preti, il direttore dei Musei Civici di Treviso Emilio Lippi e lo storico dell’Arte Nico Stringa.

L’opera è particolarmente significativa in quanto testimonia un periodo della produzione artistica di Martini poco presente nella collezione del Bailo. Realizzata in gesso nel 1919, ritrae una giovane donna in stile monacale. Durante la serata, si potrà ammirare l’opera in anteprima e assistere ad un’introduzione critica a cura dello storico dell’arte Nico Stringa. "L’amica del cipresso", opera del 1919 in gesso, è un esemplare unico (cm.60x60x30), proveniente da una collezione privata (prov. Palazzoli). Eseguita nella primavera del 1919, fu esposta, con Fanciulla verso sera e La signora Lucietta (dispersa) alla Esposizione “Cispadana” di Verona nel maggio, dove fu acquistata dal collezionista Giovanni Palazzoli, mecenate dai giovani artisti presenti alle mostre veronesi. Ritrae, con taglio basso a metà delle braccia, una giovane donna in veste di “monacale”, con uno stile molto sintetico, tutto abbreviazioni e semplificazioni volumetriche: il collo emerge netto dal vestito, il volto, lievemente inclinato, porta i segni di una esplicita intenzionalità geometrizzante a partire dal naso (un parallelepipedo triangolare) innestato nel mezzo delle orbite le quali sono ricavate nello spazio geometrico risultante dalla superficie piatta della fronte e l’inclinazione del naso; i capelli sono vincolati alla testa e “studiati”  come pure forme (una piramide schiacciata cui si aggiunge il triangolo del ricciolo che scende sulla fronte), la superficie tondeggiante della veste è contrappuntata dalla fila verticale dei bottoni e spezzata all’altezza delle ascelle da due sezioni di rombo. A un critico veronese spetta una delle prime letture all’altezza dell’opera; illustrandola nel suo intervento, Lionello Fiumi scriveva a proposito di questa e della precedente Fanciulla di sera: "Queste sculture sono molto belle perché sono innanzitutto, soprattutto, sculture: niente sovrapposizioni letterarie, psicologiche, in una parola extra-plastiche; bensì scultura, scultura pura". Nel clima di richiamo all'ordine, la tensione stilistica si manifesta nella ricerca della inespressività, in una tensione verso valori assoluti che, a loro volta, trasmettano per via di negazione l’esaurimento della tradizione ritrattistica fondata sulla riconoscibilità e sul “sentimento”.

Sarà possibile prenotarsi all'evento al seguente link

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