"Stile sobrio. Breve storia di un’utile virtù": presentazione pubblica del libro di Manlio Brusatin
La Fondazione Benetton Studi Ricerche presenta, giovedì 19 gennaio alle ore 18 nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, il volume Stile sobrio. Breve storia di un’utile virtù (Marsilio, 2016) di Manlio Brusatin, storico dell’architettura, del colore e del design, già docente al Politecnico di Milano, all’Ateneo Turritano (Sassari) e allo Iuav di Venezia, dove si è laureato con Carlo Scarpa. L’autore ne discuterà insieme a Marco Tamaro, direttore della Fondazione Benetton.
Pur considerata “la virtù del giorno dopo”, la sobrietà è stata nel tempo riconosciuta come necessaria. Soprattutto nella modernità però non ha avuto un gran valore narrativo, come invece la cattiveria, l’astuzia, il tradimento, la menzogna. Il saggio di Brusatin si sviluppa fra parola e immagine, tra aneddoti e dotte ricostruzioni, per mostrarne tutte le sfaccettature e raccontarne le vicende fino ai giorni nostri e al ritorno dell’uomo sobrio, “l’artigiano di sé” che sa creare indifferentemente con le mani o con la “scatola magica del Maker 3D”. Le origini di questa “utile virtù” sono individuate dall’autore nella Vita sobria di Alvise Cornaro (1558), in cui si spiega come prolungare l’esistenza con una dieta che diventa anche condotta morale: uno “stile” poi bollato da Nietzsche come il contrario del superuomo.
Dal cibo all’abito, dalla dimora ai colori, il saggio si sviluppa in un eccentrico dialogo fra parole e immagini, in cui si incontrano personaggi di ogni genere: da Diogene, che vive in un orcio, a san Girolamo, che si ritira in una grotta e inventa la preghiera della sobrietà, da Robinson Crusoe a Napoleone, da Canova a Van Gogh, la cui sedia di paglia nella camera di Arles interpreta lo spazio sobrio del “riposo dell’immaginazione”. Un sottile percorso alla ricerca del senso naturale di una virtù che pretendiamo molto più dagli altri che da noi stessi.
Ingresso libero. Auditorium spazi Bomben, via Cornarotta 7, Treviso. Per informazioni: Fondazione Benetton Studi Ricerche, tel. 0422.5121, www.fbsr.it