rotate-mobile
life

Dentifrici, polveri di cosmetici, plastica: i rifiuti del Mar Adriatico

I ricercatori dell'Università Ca' Foscari Venezia sono al lavoro per sviluppare un metodo di analisi dell'inquinamento da microplastiche

VENEZIA – Dentifrici, particelle prodotte dallo sminuzzamento di oggetti di plastica, micro polveri di cosmetici, microfibre tessili. Sono solo alcuni dei rifiuti che rappresentano il micro-inquinamento del mar Adriatico. Nell’acqua, sulle coste e sui fondali non si trovano solo bottiglie, pneumatici, reti da pesca, ma anche rifiuti quasi invisibili, di grandezza pari a 0,3 millimetri che finiscono in bocca ai pesci e ad altri organismi marini.

RIPULIRE IL MAR ADRIATICO A tal proposito i ricercatori dell’Università Ca’ Foscari Venezia sono al lavoro per sviluppare un metodo di analisi dell’inquinamento da microplastiche sulle coste adriatiche italiane, nell’ambito del progetto DeFishGear, che coinvolge 15 partner da Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro e Slovenia. Finanziato con più di 5 milioni di euro dal programma europeo IPA Adriatic CBC, vede come capofila il National Institute of Chemistry di Ljubljana (Slovenia). L’Italia schiera, oltre all’Ateneo veneziano, ISPRA, ARPA Emilia Romagna, Consorzio Mediterraneo, e Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Il progetto DeFishGear si pone come obiettivo principale quello di sostenere le iniziative per una pianificazione integrata che miri alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività umane responsabili della produzione dei rifiuti marini, e di contribuire ad una gestione sostenibile degli ambienti marino-costieri del Mar Adriatico. Sono attesi risultati innovativi, cioè una migliore conoscenza del fenomeno dei rifiuti in mare, lo sviluppo di un sistema di monitoraggio e di protocolli condivisi per la gestione delle attività che producono tali rifiuti, l’applicazione nelle regioni adriatiche della Direttiva Europea 2008/56/CE sugli ambienti marini (Marine Strategy Framework Directive).

SENZA CONFINI In queste settimane si stanno raccogliendo campioni di sabbia e di acqua sui litorali dell’Alto Adriatico per analizzare e classificare le “microplastiche”. In seguito, gli scienziati studieranno l’impatto di queste sull'ecosistema marino. Quando un sacchetto di plastica soffoca una tartaruga o un delfino l’impatto è isolato ma evidente, mentre le conseguenze di enormi quantità di microplastiche “invisibili” in mare sono un campo ancora poco esplorato dalla ricerca. «I rifiuti marini non conoscono confini – spiega Giulio Pojana, responsabile scientifico del progetto per Ca’ Foscari, in team con i ricercatori Davide Marchetto e Aurelio Latella – e rappresentano un problema sempre più grave che si estende ben oltre le aree in cui sono generati. Le implicazioni sono ambientali, paesaggistiche, economiche, di sicurezza, e di benessere. Sono necessarie urgenti azioni coordinate e multidisciplinari, soprattutto in mari relativamente chiusi quali l'Adriatico».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dentifrici, polveri di cosmetici, plastica: i rifiuti del Mar Adriatico

TrevisoToday è in caricamento