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Silea: sindaco toglie bandiere italiane dalla città per protesta

Da Silea è sparito il Tricolore. L'iniziativa parte dal sindaco Silvano Piazza, che per protesta contro lo "Stato Leviatano" non parteciperà ai festeggiamenti del 2 giugno. Discordanti le reazioni di sindaci e politici trevigiani

Silea incolore in questi giorni. Per protesta contro l'istituzione dell'Imu e contro i vincoli del patto di stabilità, Silvano Piazza, da poco rieletto sindaco, ha deciso di far sparire la bandiera italiana dalla città.

PIAZZA SCRIVE AD ADINOLFI - "Ho rimosso le bandiere italiane fino a quando terminerà questo ignobile ladrocinio, e non sarò con Lei alla festa del 2 giugno". Queste le parole con le quali Piazza, primo cittadino di centro sinistra, spiega il suo gesto al Prefetto di Treviso, Aldo Adinolfi.

Piazza scrive al Prefetto di sentirsi "impotente e incapace di fronte ai miei concittadini che cercano un lavoro, che pretendono di arrivare con serenità alla fine del mese, che hanno bisogno di una casa, che si aspettano servizi e contributi per i figli che vanno a scuola, che chiedono un sostegno per il genitore non più autosufficiente, che necessitano di un supporto per mandare avanti l'impresa di famiglia in un momento di difficoltà".

COMUNE VIRTUOSO - "Silea è tra i Comuni più virtuosi d'Italia - sottolinea il sindaco di Silea nella sua missiva - ma lo Stato cosa fa? Si prende tutti i nostri soldi per sostenere chi spreca. È questa la Repubblica che dovrei festeggiare con Lei? Quale discorsetto di retorico amor patrio dovrei ascoltare?"

A convincere Piazza ad abbassare il Tricolore dalle aste, anche il fatto che, secondo i calcoli eseguiti dal Governo sull'Imu che il Comune di Silea dovrebbe incassare, la differenza fra questa e il gettito reale "è talmente ampia che teoricamente dell'imposta municipale non dovrebbe arrivare a Silea nemmeno un euro. Anzi - aggiunge il sindaco - dovremmo anche versarne in aggiunta".

RIBELLIAMOCI! - Piazza sottolinea, comunque, che la sua è una "iniziativa del tutto personale", volta a chiedere al Prefetto di prendere posizione e scegliere tra i sindaci o lo "Stato Leviatano che soffoca le realtà locali". Nella missiva del primo cittadino di Silea non è mancato un appello ai colleghi del Veneto: "Vi prego, ribelliamoci e respingiamo il giogo sottile e subdolo di chi ci governa secondo il modello del 'divide et impera' - invita - Troviamoci insieme il 2 giugno a Silea o dove volete voi ma troviamoci insieme".

DAL NEGRO - Durante la giornata si sono susseguiti le reazioni e i commenti dei politici nostrani. In primis quella del presidente dell'Anci Veneto, Giorgio Dal Negro, che pur sentendosi vicino a Piazza, ha preso le distanze dalla protesta: "Il gesto mi sembra oltre le righe".

 "Capisco che i tempi sono estremamente difficili - ha ammesso Dal Negro - ma la Repubblica italiana è il primo bene comune dei cittadini. Ad essere in discussione non è la Repubblica - ha tenuto a precisare - casomai la sua conduzione".

MURARO - Di ben altro calibro, invece, il commento del presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, che auspica che l'esempio di Silvano Piazza venga seguito dagli altri primi cittadini.

"Chiederò al nostro segretario provinciale di coinvolgerli", ha dichiarato Muraro, aggiungendo di augurarsi che il 2 giugno prossimo "i sindaci arrivino con manifesti in cui si spiegano le ragioni per cui, a causa di uno Stato che peraltro crea differenze pesantissime fra le diverse aree del Paese, non riescono a fare ciò che vorrebbero fare".

ZANONATO - "Sono atteggiamenti esasperati. Certo è un momento duro, difficile, ma sono atteggiamenti sbagliati": Flavio Zanonato, sindaco di Padova e vice presidente dell'Anci, boccia l'inziativa del collega trevigiano. "La bandiera - ribadisce - ci rappresenta tutti; perché toglierla?".

RUBINATO - Lo stesso Pd sembra non apprezzare il gesto di rottura di Piazza. "È sbagliato copiare la Lega - ha sentenziato infatti il sindaco di Roncade e parlamentare democratica Simonetta Rubinato - In un momento di così grande emergenza sul piano economico e di forti tensioni sociali dobbiamo avere a cuore i simboli della nostra convivenza civile per non rischiare di buttare altra benzina sul fuoco".

ADINOLFI - E il destinatario della lettera di Piazza? In serata è arrivata la risposta del Prefetto Adinolfi: "Premetto che capisco lo stato di difficoltà dei sindaci, ma questa mi sembra una protesta inopportuna".

"Questo è un momento in cui occorre fare squadra e cooperare - ha sottolineato Adinolfi - Mi auguro che l'iniziativa di Piazza non trovi consenso in altri sindaci". Il Prefetto di Treviso ha anche colto l'occasione per ricordare che "il 2 giugno è uno dei momenti più salienti della nostra storia, molti italiani sono morti sotto la bandiera tricolore. Non mi sembra che toglierla dalle sedi municipali costituisca alcuna violazione grave sotto il profilo penale - conclude il prefetto - ma questo sarà valutato".
 

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