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Muraro Iva: "Lo Stato restituisca a Treviso 730 mila euro"

Secondo il Presidente della Provincia di Treviso, portare l'imposta al 22% significa contrarre ulteriormente i consumi e i servizi offerti ai cittadini

Dopo rinvii e tentennamenti l'aumento dell'Iva al 22% c'è stato. Il presidente dell'Upi Veneto e della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, fa il conto di cosa significhi aver aumentato l'imposta per un ente locale come la Provincia di Treviso.

“Una nazione che si tassa nella speranza di diventare prosperosa, è come un uomo in piedi in un secchio che cerca di sollevarsi tirando il manico - commenta Muraro citando Wiston Churchill - Queste parole sono più che mai attuali leggendo la situazione italiana".

"L'aumento Iva è una disgrazia e le famiglie e le aziende lo sanno bene – prosegue Muraro – Aumentare l'Iva significa ridurre i consumi e strozzare i cittadini e le imprese già in difficoltà. Se pensiamo agli enti locali, poi, ci accorgiamo di cosa significhi per i servizi offerti alla cittadinanza".

"Basti pensare che per i beni e i servizi erogati ai cittadini - continua - abbiamo stimato un impatto negativo di 180.000mila euro all'anno. Mentre per le opere pubbliche coi cantieri già in corso, parliamo di 550mila euro a carico delle casse della Provincia".

"Allora, visto che il Governo taglia costantemente i fondi per le amministrazioni provinciali e che, a questo punto, i servizi strategici ed essenziali come Centri per l'Impiego, Edilizia Scolastica e Viabilità sono a rischio, sarebbe il caso che lo Stato restituisse i 730mila euro che ha tolto alla Provincia di Treviso o, perlomeno - conclude - che preveda di tenere fuori dal Patto di Stabilità azioni fondamentali come viabilità, edilizia scolastica e lavoro quale compensazione del furto ulteriore di tasse dei trevigiani”.

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