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Autonomia Regione Veneto: Coletto, "La sanità ne è il paradigma virtuoso"

"Tante altre Nazioni gestiscono in proprio la sanità utilizzando le tasse pagate dai loro cittadini e a loro rispondendo dei risultati ottenuti" afferma l'assessore regionale Coletto

TREVISO “La buona gestione della sanità, che è riconosciuta al Veneto a livello internazionale, l’ultima volta dai massimi vertici dell’organizzazione mondiale della sanità proprio a Venezia, è il paradigma sul quale si misura la capacità di applicare il federalismo e di utilizzare al meglio l’autonomia. Il Veneto ha saputo sinora ottenere tutto il possibile dall’applicazione della riforma del titolo quinto della Costituzione. Con l’autonomia che da oggi puntiamo a conquistarci grazie all’iniziativa del Presidente Zaia faremo molto di più. Per la nostra gente, non per noi amministratori o per la politica”.

Con queste parole, l’sssessore alla sanità del Veneto Luca Coletto commenta l’avvio del cammino autonomista e referendario dato giovedì dal Presidente della Regione con la presentazione di una specifica delibera e la firma di una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri con la quale si è aperta la procedura istituzionale.

 “Questo – aggiunge Coletto – è il vero cammino verso la vera Europa, quella dei popoli e non dei vertici parolai e delle norme astruse, quella dove le Regioni tedesche, austriache, e di tante altre Nazioni gestiscono in proprio la sanità utilizzando le tasse pagate dai loro cittadini e a loro rispondendo dei risultati ottenuti”.

“Anche in un sistema sostanzialmente centralizzato come quello italiano – dice Coletto – la gestione regionale della sanità, purtroppo non dei fondi e delle tasse, ha dimostrato quanto valido potrà essere un sistema autonomista: quelle Regioni che hanno saputo amministrare bene hanno raggiunto risultati importanti, come il Veneto; altre hanno fallito e i deficit prodotti sono oggi una zavorra che ricade su tutto il Paese. Autonomia al Veneto significherà ancora più efficienza e qualità delle cure”.

“Oggi – conclude Coletto – lacci, tagli e normative statali ci impediscono di assumere il personale che serve negli ospedali, di scegliere e finanziare appieno il sistema formativo universitario delle specialità mediche che più ci servono, di sostenere adeguatamente la ricerca sanitaria, di pensare e realizzare nuovi servizi ai cittadini, se non facendo i salti mortali tra un taglio e l’altro che cala da Roma, anche per pagare ventimila forestali in Sicilia o personale in eccesso rispetto alle reali necessità in più di una Regione. Pochi esempi che ci dicono perché l’autonomia sarà garanzia di sviluppo per tutto il sistema salute”.

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