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«L’assessore Nizzetto compri i libri per la Brat, invece di reclutare gli indipendentisti»

A dirlo è il politico trevigiano Luigi Calesso intervenuto con parole durissime contro la scelta dell'assessore comunale di stanziare duemila euro per dei corsi di cultura veneta

«Saranno anche solo duemila euro di spesa, ma sono sempre troppi quando servono per finanziare improbabili corsi di lingua e cultura veneta, tenuti prevalentemente da relatori che non sono né storici né filologi ma si distinguono per altrettanto improbabili tendenze indipendentiste del Veneto».

Inizia con queste parole l'attacco del politico trevigiano Luigi Calesso all'assessore Silvia Nizzetto e alla sua proposta di portare nelle scuole della provincia i corsi di lingua veneta. «L’assessore aveva a disposizione duemila euro da spendere? Poteva utilizzarli, solo per fare un esempio, per acquistare libri per la Biblioteca dei Ragazzi, struttura frequentatissima e che sarebbe sicuramente in grado di utilizzare maggiori fondi, visto che il prestito di libri è diffusissimo e averne altri a disposizione sarebbe certamente utile per un servizio cittadino che continua a dimostrarsi di assoluta qualità. Stanziandoli per l’acquisto di libri, tra l’altro, l’assessore avrebbe sicuramente evitato che parte delle somme stanziate dall’assessore finissero a una associazione di cui fa parte lo stesso assessore. Si dirà che sotto il profilo giuridico non c’è nessuna violazione di leggi o di regolamenti comunali ma il buon gusto avrebbe politico avrebbe voluto che l’assessore escludesse l’associazione di cui fa parte dall’assegnazione di fondi comunali.

Si sa, però - continua Calesso - che il buon gusto politico non ha mai fatto parte delle caratteristiche della “Lega di governo” e nel corso degli anni non sono mancati casi analoghi a questo anche nella amministrazione cittadina. Non si tratta, infatti, di sviste ma della “concezione proprietaria delle istituzioni” che caratterizza la Lega. I “padani di governo”, infatti, compiono nelle istituzioni che guidano tutte le scelte che non sono espressamente vietate dalla legge e che permettono loro di rafforzare i legami con il loro elettorato di riferimento: dalle nomine di ex-candidati nelle liste nei consigli d’amministrazione delle società partecipate dal Comune, ai fondi ai “venetisti” anche questa amministrazione si caratterizza per l’assoluta mancanza di “buon gusto politico”. Nulla di vietato dalla legge, certo, ma scelte che amministratori di profilo più elevato evitano accuratamente perché quando governano sono consapevoli di farlo per l’intera città e per tutti i cittadini e, quindi, compiono scelte che non favoriscano ex-candidati o associazioni di riferimento. Potevamo aspettarci che l’amministrazione Conte cambiasse registro rispetto alle giunte Gentilini e Gobbo? Sì, se non altro per motivi generazionali, ma le cose non stanno andando così. E il motivo è molto semplice: la gran parte degli consiglieri di maggioranza e anche alcuni degli stessi assessori, di tutta evidenza, sono esclusi dai luoghi decisionali dell’amministrazione di cui fanno parte o che sostengono in Consiglio Comunale. Per “accontentarli”, quindi, bisogna concedergli qualcosa: a qualcuno le modifiche inutili ai regolamenti comunali, ad altri i fondi per i venetisti, mentre altri ancora tentano di provare la loro esistenza politica inventandosi mozioni omofobe talmente improbabili da essere costretti a ritirarle. In una situazione di questo tipo è evidente che il “caso venetisti” rischia di essere destinato a ripetersi, con altri protagonisti ma nella stessa ottica. All’assessore Nizzetto - conclude il politico trevigiano - posso anche fare un’altra proposta per l’utilizzo di altri eventuali fondi che abbia a disposizione: li utilizzi, guardando al futuro invece che al passato, per iniziative a favore dell’integrazione multiculturale. Sarebbero molto più utili per accompagnare i cambiamenti della nostra società, cambiamenti che procedono inesorabili e che non sarà certo l’assessore Nizzetto a fermare».

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